Si ritiene che la piattaforma per prestiti crypto Cred Inc., ormai in bancarotta, abbia involontariamente nominato un evaso di prigione come suo Chief Financial Officer.

Un rapporto presentato in data 8 marzo dall'esaminatore Robert Stark di Brown Rudnick LLP afferma che l'ex CFO di Cred, James Alexander, sia stato identificato dalle autorità britanniche: sarebbe un latitante, condannato a oltre tre anni di reclusione nel dicembre del 2007.

Stark ha dichiarato:

"Al tempo della sua incarcerazione, ci fu un’evasione dalla struttura. Il signor Alexander è stato identificato dal governo britannico come un fuggitivo."

Il compito di indagare sulle accuse dei clienti di Cred è stato assegnato a Robert Stark dal giudice John Dorsey a dicembre dello scorso anno: pare che Cred abbia perso 66 milioni di dollari in meno di due anni a causa di frode e incompetenza.

Il rapporto ha rilevato che le pratiche di contabilità e conformità di Cred erano "non sistemiche, confusionarie e, in alcuni casi, inesistenti", scoprendo una mancanza di processi di reporting e monitoraggio standardizzati, oltre a un'evidente fusione dei fondi aziendali con quelli dei clienti:

"Nel momento in cui Cred ha presentato istanza di fallimento, non eseguiva una riconciliazione finanziaria completa dei conti da circa un anno. Cred, a quanto pare, eccelleva nei suoi obiettivi di marketing ma era pessima nelle funzioni aziendali, il che ha portato alla sua chiusura."

Alexander è stato al centro delle procedure fallimentari di Cred sin da quando sono state presentate a novembre. Gli avvocati dello studio lo accusano di aver trasferito 4,3 milioni di dollari in CRED, la criptovaluta aziendale, su conti sotto il suo controllo, nonché di aver perso altri 11,5 milioni di dollari in asset digitali a causa di una truffa.

Il mese scorso gli avvocati di Alexander si sono mossi per ritirarsi dal caso, affermando che l'imputato continua a detenere le criptovalute che gli hanno ripetutamente ordinato di consegnare alle autorità.