Cred, società di prestiti crypto con sede negli Stati Uniti, ha presentato sabato una istanza di fallimento ai sensi della normativa americana (il cosiddetto Chapter 11), lasciando molti clienti preoccupati per il futuro dei loro fondi.  

Secondo i documenti del tribunale, il 7 novembre il team legale del CEO Daniel Schatt ha presentato la richiesta di fallimento presso il Distretto del Delaware. Cred stima di possedere asset per un valore di 50-100 milioni di dollari, ma le sue passività ammonterebbero ad una cifra compresa tra i 100 ed i 500 milioni di dollari.  

In un comunicato ufficiale, la società ha dichiarato di aver presentato istanza di fallimento nel tentativo di "massimizzare il valore della piattaforma per i suoi creditori". 

L’apertura della procedura fallimentare arriva dopo un importante annuncio ufficiale del 28 ottobre: la piattaforma avrebbe sospeso depositi e prelievi di fondi per due settimane. Cred ha dichiarato su Twitter che lo stop non era legato ad alcuna indagine penale, ma che la società stava lavorando con le autorità "per indagare su alcune irregolarità nella gestione di specifici fondi aziendali da parte di un soggetto", citando come causa un "incidente fraudolento".

Poco prima dell'annuncio, la piattaforma Uphold aveva rescisso la sua partnership con Cred. Cointelegraph ha riferito che almeno un utente di Uphold ha avuto problemi tecnici con il programma CredEarn della piattaforma, presumibilmente causati da Cred stessa. In seguito alla risoluzione della partnership con Uphold, l'utente ha dichiarato di avere circa 140.000 dollari in Bitcoin (BTC) e altri asset bloccati nel suo conto Cred.

Cred sostiene che che nessuno dei suoi sistemi, conti o dati sia stato compromesso durante questo "incidente fraudolento", ma è dal 30 ottobre che la società non fornisce aggiornamenti su Twitter o via e-mail ai propri utenti per quanto riguarda il futuro degli asset.

Un utente di Twitter ha espresso preoccupazione:

"Vogliamo solo sapere se i nostri fondi sono al sicuro. Per favore, affrontate questo tema nel vostro prossimo aggiornamento, non vogliamo un annuncio del prossimo annuncio".

La piattaforma ha aggiornato il proprio sito web per includere informazioni in merito alla richiesta di fallimento, ma molti utenti non hanno recepito il messaggio. L'utente Twitter AwsomeNada sostiene di aver depositato 7.250 XRP (circa 1.827 dollari al momento della pubblicazione del presente articolo) prima della sospensione dei flussi in entrata e in uscita. 

AwsomeNada ha scritto:

"Voglio sapere come si può risolvere questo problema. Ho bisogno di riavere i miei soldi oggi".

Molti utenti hanno pubblicato commenti simili, lamentando di aver perso accesso a "migliaia di XRP" e ad altri asset senza sapere se i fondi siano effettivamente al sicuro:

"I fondi che abbiamo investito in Cred sono ancora al sicuro dopo questa richiesta di fallimento??"

Sembra che Cred manterrà bloccati sia i prelievi che i depositi per tutta la durata della procedura. Non è la prima volta che una piattaforma centralizzata dimostra tutta la validità del detto “non le tue chiavi, non i tuoi soldi”. Difatti, il noto exchange OKEx ha sospeso i ritiri di asset digitali sin dal 16 ottobre, senza addurre alcuna spiegazione. Secondo alcune voci, il fondatore della piattaforma sarebbe stato arrestato dalla polizia.