Stando a quanto riportato in data 13 aprile da Bloomberg, gli exchange cileni di criptovalute BUDA, Orionx e CryptoMKT hanno presentato una richiesta d'appello in tribunale contro le banche che hanno deciso di chiudere i conti delle piattaforme. La corte ha accettato di dare udienza al caso, ma per il momento i conti bancari rimangono inaccessibili.

Le banche Corpbanca e Scotiabank hanno annunciato la chiusura dei conti di BUDA e CryptoMKT in data 19 marzo. Una settimana più tardi, il Banco del Estado de Chile ha confermato anche la chiusura del conto di Orionx.

Su Twitter, la comunità cilena delle criptovalute ha lanciato la tag #ChileQuiereCryptos (#CileVuoleCrypto) per supportare l'industria e preservare l'abilità dei cittadini di acquistare e scambiare monete digitali come Bitcoin (BTC) o le valute locali Chaucha e Luka. L'utente Hernán Maureira ha condannato le azioni delle banche nei confronti dell'industria, affermando che "mentre il mondo corre mano nella mano con questa tecnologia, il Cile fa un passo indietro".

Guillermo Torrealba, cofondatore e CEO di BUDA, ha dichiarato che la decisione delle banche "sta uccidendo l'intera industria". Secondo quanto riportato da Bloomberg, prima della chiusura dei conti all'interno della piattaforma avvenivano quotidianamente scambi per un valore di circa 1 milione di dollari. Torrealba ha poi continuato:

“Non sarà possibile acquistare o vendere criptovalute in maniera sicura in Cile. Dovremo tornare a cinque anni fa ed effettuare scambi di persona. Sembra una decisione arbitraria."

Il 27 marzo di quest'anno, BUDA e CryptoMKT hanno rilasciato una dichiarazione pubblica, chiedendo alla Chilean Association of Banks (ABIF) di chiarificare la propria posizione riguardo alle criptovalute. L'associazione ha tuttavia risposto di non essere responsabile dei problemi tra exchange e banche, affermando che tali regolamentazioni sono "competenza esclusiva delle istituzioni".