Stando all'analista Luke Gromen, l'egemonia del dollaro statunitense sarebbe giunta al termine, come dimostra il recente annuncio della Cina relativo ai controlli sulle esportazioni di terre rare, componenti fondamentali nella produzione elettronica e nelle applicazioni di difesa militare.

I controlli sulle esportazioni di terre rare da parte della Cina vietano la vendita di minerali fondamentali al complesso militare-industriale statunitense, che sostiene il valore del dollaro attraverso la forza militare, spiega domenica Gromen a Marty Bent, fondatore di Truth For the Commoner (TFTC).

I controlli sulle esportazioni hanno indotto il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ad annunciare ulteriori dazi del 100% sulla Cina e a rivelare che la Cina “ha molto più potere di quanto molti opinionisti occidentali ammettano”, sostiene Gromen, aggiungendo:

“Se avessi interferito con l'aspetto monetario dell'ordine globale basato su regole, gli Stati Uniti avrebbero inviato l'esercito e ti avrebbero fatto a pezzi. Questo è uno dei motivi principali per cui Saddam è stato invaso, così come gran parte di ciò che Gheddafi intendeva fare”.
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L'analista Luke Gromen conversa con Marty Bent durante il podcast Truth For The Commoner per discutere del mutevole panorama macroeconomico. Fonte: TFTC

Secondo Reuters, la Cina produce oltre il 90% dei minerali e magneti di terre rare utilizzati nella produzione elettronica a livello mondiale. Le restrizioni annunciate sulle esportazioni non solo ridisegneranno le catene di approvvigionamento, ma anche l'intero ordine monetario globale, dichiara Gromen.

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Ecco cosa significa per Bitcoin e gli asset monetari forti

A suo avviso, l'adozione di un sistema monetario forte è l'unica soluzione ai problemi economici che affliggono attualmente gli Stati Uniti.

Ha quindi citato BTC come uno degli asset monetari in grado di salvare l'economia in difficoltà, sostenendo che i prezzi dell'oro e di Bitcoin continueranno a salire a fronte dell'inflazione monetaria, poiché individui e aziende lo adotteranno per tutelare il proprio potere d'acquisto.

Ha anche messo in dubbio il piano del governo statunitense di utilizzare le stablecoin per salvaguardare l'egemonia del dollaro americano, sostenendo che le stablecoin siano solo una soluzione temporanea e a breve termine che non affronta il problema principale, ovvero il deprezzamento della valuta.

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L'indice del dollaro (DXY), che misura la forza del dollaro statunitense rispetto a un paniere di valute legali principali, è in calo. Fonte: TradingView

Il dollaro statunitense è sulla buona strada per registrare il suo peggior anno dal 1973, mentre Bitcoin e l'oro raggiungono nuovi massimi storici, secondo gli analisti di investimento di The Kobeissi Letter.

“Il dollaro statunitense è ormai avviato verso il suo peggior anno dal 1973, con un calo superiore al 10% da inizio anno. Dal 2000 il dollaro ha perso il 40% del suo potere d'acquisto”, informano.

Il continuo deprezzamento della valuta implica che i prezzi di tutti gli asset continueranno a salire, poiché gli investitori si affrettano a proteggere il proprio potere d'acquisto, conclude The Kobeissi Letter.