Nonostante la crescente repressione di Pechino sull'industria delle criptovalute, sono ancora presenti segni di vita nella Repubblica Popolare per quanto riguarda la rete Bitcoin e il trading OTC.

La scorsa settimana la Cina ha intensificato la repressione delle criptovalute nel tentativo di sopprimere qualsiasi attività residua relativa agli asset digitali all'interno dei suoi confini. Il regime ha preso di mira specificamente le transazioni crypto, ma come riportato da Cointelegraph, questa non è affatto una novità: si contano almeno 19 repressioni simili negli ultimi dieci anni.

Nonostante il recente giro di vite, secondo i dati di Bitrawr ci sono ancora 135 nodi Bitcoin in funzione in Cina. Tuttavia, tale cifra rappresenta solo l'1,21% del totale di 11.262 nodi sparsi in tutto il pianeta. Non è da escludere che possano essercene di più, operanti dietro VPN o onion routing con Tor.

I nodi Bitcoin sono il software che esegue il protocollo, contenente l'intero registro delle transazioni. I sistemi distribuiti e decentralizzati sono progettati specificamente per essere difficili da spegnere completamente, quindi il regime potrebbe avere difficoltà a estinguere questi ultimi nodi presenti nel territorio, specialmente se la loro ubicazione viene nascosta tramite Tor.

Sebbene sia difficile fornire cifre sul volume data la sua natura opaca, secondo vari rapporti anche il trading over-the-counter (OTC) sta mantenendo un punto d'appoggio in Cina, così come la coppia di trading con valute locali.

Il media locale Wu Blockchain ha riferito che la coppia RMB/USDT, ancora offerta su importanti exchange come OKEx e Huobi, viene attualmente scambiata con un sovrapprezzo, denotando una forte domanda da parte degli utenti. Ha poi evidenziato il panic selling della scorsa settimana si è ora molto ridotto.

OKEx offre attualmente 6,35 yuan per 1 USDT, sebbene il tasso di cambio vero e proprio sia di 6,47 RMB per 1 USD.

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Le negoziazioni OTC vengono eseguite peer-to-peer, eludendo l'uso di banche o di mercati spot su exchange centralizzati, sebbene molti exchange abbiano desk OTC correlati. Secondo Coindance, i volumi P2P in Cina sono stati relativamente stabili dall'inizio del 2020, con circa 7 milioni di yuan scambiati ogni settimana su LocalBitcoins.

LocalBitcoins, volume CNY. Fonte: coin.dance
LocalBitcoins, volume CNY. Fonte: coin.dance

L'ex CEO del primo exchange di criptovalute cinese BTCC, Bobby Lee, pensa che Pechino prenderà di mira i desk OTC nella sua prossima repressione. All'inizio di questa settimana, ha affermato che le piattaforme OTC gestite dai grandi exchange saranno chiuse o costrette a escludere gli utenti cinesi. Discutendo con Bloomberg il 29 settembre, Lee ha aggiunto:

"Non vogliono alcuna scappatoia con cui le persone possano utilizzare una valuta digitale come veicolo per spostare risorse all'estero".

Ha concluso con una previsione secondo cui BTC sia prossimo ad un altro rally guidato dalla FOMO, che potrebbe spedire il prezzo a 200.000$.