La Cina, che un tempo ospitava circa il 65% della potenza di hashing totale di Bitcoin (BTC), ha dato il benservito a diversi miner nel paese.

Il divieto sul mining di Bitcoin ha costretto i miner a interrompere le proprie operazioni, e alcune società stanno già trasferendo hardware all’estero.

In un tweet pubblicato mercoledì, Kevin Zhang, vicepresidente della società di consulenze sul crypto mining Foundry, ha affermato che l’umore tra i miner cinesi non è dei migliori, aggiungendo:

“Il sentiment è ovviamente piuttosto cupo, il mining in Cina non esiste più. Alcuni miner che conosco sono rimasti a Sichuan dopo la conferenza di Bitmain per affogare i dispiaceri nell’alcol. Ora non sono più nemmeno in vena di bere.”

Secondo Zhang, il divieto su Bitcoin in Cina ha eliminato circa il 70% della capacità di mining nel paese, ed entro la fine di giugno quasi il 90% sarà offline.

Per alcuni miner, il divieto non si limita a un ordine di cessare le attività: le centrali elettriche in alcune aree della provincia del Sichuan hanno presentato notifiche di sfratto a diverse società. I miner interessati avrebbero al massimo due settimane per disinstallare tutte le proprie infrastrutture operative, inclusi scaffali e container.

Come segnalato in precedenza da Cointelegraph, alcuni grandi miner di Bitcoin hanno già iniziato i preparativi in altri paesi. BTC.com, la quinta più grande mining pool di Bitcoin per hash rate, si sta spostando in Kazakistan.

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Verso metà giugno, il sindaco di Miami, Francis Suarez, ha rilasciato un invito aperto ai miner cinesi, offrendo l’energia nucleare a basso costo e le regolamentazioni favorevoli della città come incentivi.

Tuttavia, Zhang crede che la migrazione all’estero per i miner cinesi sarà tutt’altro che semplice. Con le capacità disponibili al di fuori dalla Cina già sovraffollate, i miner potrebbero dover affrontare costi più elevati in altri paesi.

Inoltre, il trasferimento negli Stati Uniti potrebbe presentare un altro grande costo per i miner, considerando la tariffa del 25% sulle merci cinesi.