Stando a quanto riportato il 14 febbraio da Quartz India, Citibank India ha vietato ai propri clienti di utilizzare sia carte di credito che addirittura di debito per l'acquisto di criptovalute.

Quartz India ha personalmente esaminato l'e-mail che Citibank India ha inviato ai propri utenti il giorno precedente all'entrata in vigore del divieto:

“A causa delle preoccupazioni, sia locali che globali, provenienti anche dalla Reserve Bank of India, la quale ha già messo in guardia i membri del pubblico riguardo ai potenziali rischi economici, finanziari, funzionali, legali, di tutela del consumatore e di sicurezza associati alla gestione di Bitcoin, criptovalute e monete digitali, Citi India ha deciso di non permettere l'utilizzo di carte di credito o di debito per l'acquisto o lo scambio di Bitcoin, criptovalute e monete digitali."

Citibank India è una filiale di Citigroup, corporazione multinazionale che si occupa di investimenti bancari e servizi finanziari, che la scorsa settimana ha bandito l'acquisto di criptovalute con carte di credito. Il divieto imposto da Citigroup è arrivato in contemporanea a quello di J.P. Morgan Chase e Bank of America, seguito poi anche dal blocco di Lloyds Banking Group e Virgin Money.

Il governo indiano si è dimostrato parecchio indeciso rispetto a quale posizione adottare nei confronti del Bitcoin (BTC) e delle altre criptovalute. A dicembre dello scorso anno, il Ministro delle Finanze ha definito il Bitcoin uno "schema Ponzi", ma al tempo stesso le banche del paese hanno reagito positivamente alla tecnologia Blockchain.

A metà gennaio, molte banche indiane hanno sospeso o chiuso i conti degli exchange di criptovalute del paese, citando potenziali "transazioni ambigue". Il primo giorno di febbraio, invece, un'interpretazione errata riguardo ad un commento rilasciato dal Ministro delle Finanze ha portato ad un crollo globale dei mercati delle criptovalute.