Negli ultimi mesi le notizie relative al coronavirus hanno dominato i giornali e i notiziari di tutto il mondo, mentre l'epidemia continua a diffondersi.

Cointelegraph ha esaminato più da vicino come il COVID-19 sta influenzando il settore delle criptovalute in Cina, intervistando svariati professionisti che lavorano in questa industria.

Il consenso generale è che, sebbene il settore delle criptovalute non sia immune agli effetti del virus e al panico da essi suscitato, l'impatto dell'epidemia è stato mitigato dal fatto che gran parte del lavoro in questa industria non richiede quasi alcuna interazione faccia a faccia.

Molte delle persone operanti nel settore lavorano infatti già da remoto, e quindi il fatto che il governo cinese abbia ordinato ai cittadini di rimanere in casa non ha avuto conseguenze significative.

La popolazione tenta di evitare il contagio in maniera... stravagante

Chiara Sun, VP of Global Business presso Huobi Group, ha a tal proposito commentato:

"C'è molto silenzio, molto meno traffico. Vivo proprio nel centro della città, e quindi dal mio appartamento vedevo ogni giorno un gran traffico. Ma ora solo raramente si vedono persone o automobili."

Aaron Kruse, Head of Strategic Partnerships di Cobo Wallet, ha raccontato l'episodio di un residente che ha tentato di evitare il contagio in maniera alquanto singolare:

"[Una persona] è uscita di casa indossando un costume gonfiabile da albero di Natale. Per qualche motivo ha pensato che il modo migliora per non essere contagiato fosse indossare un costume che coprisse l'intero corpo. A quanto pare non era riuscito a mettere le mani su una tuta anti-contaminazione."

Lo yuan digitale verrà posticipato?

Yuanjie Zhang, COO di Conflux, prevede che il rilascio della valuta digitale cinese verrà posticipato da tre a sei mesi, in quanto "gran parte del budget pubblico è stato speso nel tentativo di contenere il virus."

Ciononostante, Zhang ha evidenziato che il coronavirus ha influenzato soltanto lievemente l'industria cinese del mining di Bitcoin:

"Non penso che il virus rappresenti un rischio per le mining farm, perché queste strutture non richiedono molti impiegati. Penso che la maggior parte delle mining farm private continuerà a lavorare, avvalendosi di quanto meno personale possibile.

Insomma, non è un'attività che richiede molti contatti faccia a faccia."

Il COO ha poi affermato:

"Siamo molto preoccupati per la salute dei nostri dipendenti. Non soltanto perché teniamo al loro benessere, ma anche perché se anche solo uno di essi riscontrasse dei problemi l'intera azienda verrebbe messa in quarantena."

Campbell Harvey: le criptovalute non sono un bene rifugio

Zhang ha infine sottolineato che "molte persone si aspettano un deprezzamento del RMB", in quanto l'epidemia sta rallentando l'economia. "Molte persone stanno convertendo i loro risparmi in criptovalute, stanno investendo in USDT o DAI."

Totalmente opposto il parere di Campbell Harvey, professore d'economia internazionale presso la Duke University, secondo il quale i recenti eventi hanno dimostrato che le criptovalute non possono essere considerate un bene rifugio. Harvey ha infatti osservato che, mentre i mercati tradizionali perdevano valore, le criptovalute registravano contrazioni persino peggiori.