Il fatto che Craig Wright, uno dei principali promotori di Bitcoin SV, abbia presentato una richiesta di copyright per il white paper e il codice sorgente di Bitcoin (BTC) presso il Copyright Office degli Stati Uniti non significa che l'uomo sia stato riconosciuto dal governo come il vero Satoshi Nakamoto, sottolinea all'interno di un recente articolo il portale d'informazione Financial Times.

Un rappresentante del Copyright Office ha infatti spiegato:

"Nel caso in cui un'opera venga registrata sotto pseudonimo, il Copyright Office non verifica che sia effettivamente presente un legame dimostrabile fra il richiedente e l'autore fittizio."

Per tale motivo, la notizia è stata accolta con forte scetticismo da parte della comunità. Jerry Brito, direttore esecutivo di Coin Center, ha infatti commentato su Twitter:

"Registrare un copyright significa semplicemente presentare un modulo. Il Copyright Office non esamina la validità della rivendicazione: loro la registrano e finisce lì. Sfortunatamente non esiste un modo ufficiale per contestare una registrazione. Se ci sono più rivendicazioni, l'ufficio le registrerà tutte."

Al momento la situazione rimane incerta. Quel che è certo è che il Copyright Office potrebbe cancellare questa registrazione in qualsiasi momento, nel caso in cui venisse dimostrata la falsità della rivendicazione.

In data 21 maggio, in seguito alla richiesta di copyright da parte di Wright, il valore di Bitcoin SV è improvvisamente raddoppiato. Da allora la criptovaluta ha registrato forte contrazioni giornaliere: al momento della stesura di questo articolo la moneta viene scambiata per circa 98,6$, in rosso di oltre il 10% rispetto a ieri.