Ripple ha ottenuto un'altra vittoria nella sua battaglia legale contro la Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti: il tribunale ha negato alla SEC l'accesso alla consulenza legale di Ripple.

Il giudice magistrato Sarah Netburn, del Tribunale per il Distretto Meridionale di New York, ha negato una recente mozione della SEC per obbligare Ripple a presentare documenti relativi alle proprie discussioni con i suoi avvocati.

Secondo la SEC, Ripple è sicuramente stata messa in guardia dai propri consulenti legali riguardo alla possibilità che i regolatori avrebbero potuto considerare XRP un titolo azionario non regolamentato, al momento della vendita del token nel 2013. La mozione della SEC è stata presentata in data 7 maggio.

Il giudice Netburn ha tuttavia negato la richiesta del regolatore americano, sostenendo che l'accordo di segretezza fra avvocato e cliente ha lo scopo di "incoraggiare una comunicazione completa e sincera fra gli avvocati e i loro clienti, e pertanto promuovere interessi pubblici più ampi nell'osservanza della legge e nell'amministrazione della giustizia."

La sentenza presta inoltre particolare attenzione alla regola del giusto preavviso, che impone ai giudici di interpretare statuti penali ambigui a favore degli imputati. Ripple afferma infatti che la SEC non è stata in grado di fare chiarezza, col giusto preavviso, sullo stato legale di XRP.

In particolare, Netburn scrive:

"A difesa dell'imputato, citiamo il ritardo di otto anni della SEC nel perseguire azioni esecutive contro Ripple per le sue presunte violazioni delle leggi sui titoli azionari, anche dopo che XRP è stato quotato su oltre 200 exchange di criptovalute, il trading di XRP ha generato volumi da svariati miliardi di dollari, Ripple ha stipulato un accordo con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, e la FinCEN definisce XRP una 'valuta virtuale convertibile'."

Questa sentenza rappresenta soltanto l'ultimo passo nella lunga battaglia legale fra la SEC e Ripple, dopo che a dicembre dello scorso anno il regolatore statunitense ha intentato una causa contro Ripple Labs, il CEO Brad Garlinghouse e il presidente esecutivo Chris Larsen, sostenendo che la vendita iniziale di XRP da 1,3 miliardi di dollari rappresentava un'offerta di titoli non registrata.

Da allora Ripple è riuscita a ottenere una serie di vittorie legali, incluso l'accesso alla cronologia delle discussioni sulle criptovalute interne della SEC. Il tribunale ha inoltre negato alla SEC la possibilità di divulgare i documenti finanziari di Garlinghouse e Larsen. La scorsa settimana, Garlinghouse ha confermato che Ripple pianifica una quotazione pubblica, una volta che il caso con la SEC si sarà risolto. A suo parere, le probabilità di vittoria sono molto alte.