Nel giro di qualche anno, una generazione più giovane di fruitori di servizi finanziari potrà entrare in una banca e accedere a prodotti creditizi, conti di risparmio e investimenti che accoglieranno asset sia crypto che fiat. Di fatto, i progressi che renderanno possibile questo scenario si stanno già facendo strada nel settore.

È risaputo che Kraken, un exchange di criptovalute con sede a San Francisco, è stata la prima azienda crypto statunitense a diventare una banca. Per ora, essere una banca ufficialmente registrata significa che Kraken potrà offrire nuovi servizi e opzioni di finanziamento ai clienti esistenti. Inoltre, Kraken Financial avrà la possibilità di operare in diverse giurisdizioni senza essere limitato dai vari piani di conformità adottati da ogni stato.

Attualmente, Kraken sta collaborando con Silvergate Bank per offrire opzioni di finanziamento SWIFT e FedWire agli utenti statunitensi. Nel futuro prossimo, sempre più partnership di questo tipo diventeranno il nuovo status quo. Ecco perché le banche tradizionali in ritardo devono iniziare a prestare attenzione.

Al momento, Silvergate Bank è un passo avanti al resto. La compagnia conta tra i suoi clienti 880 società di asset digitali. Questi operatori hanno depositato oltre 1,5 miliardi di dollari presso la banca, una cifra esigua rispetto alle capitalizzazioni di mercato di gran parte delle banche principali, o persino al market cap delle criptovalute più importanti. Detto ciò, occorre tenere presente che i noti exchange di criptovalute Coinbase e Gemini sono ora clienti di JPMorgan, sebbene pochi anni fa il CEO Jamie Dimon criticasse abitualmente il valore di Bitcoin (BTC) e delle criptovalute.

Presto i consumatori definiranno come “banca universale” un’organizzazione che offre servizi finanziari relativi sia a criptovalute che a valute fiat. È giunto il momento di acquisire gli strumenti necessari per operare nel settore crypto. Le banche devono iniziare ad adattarsi o verranno lasciate indietro, non c’è alcun dubbio.

Ma quali sono gli strumenti di cui hanno effettivamente bisogno?

Strumenti di analisi blockchain

Un investigatore della scientifica può usare una lampada a ultravioletti o polvere per le impronte digitali e troverà ogni sorta di prova. L’idea che Bitcoin o le blockchain siano completamente privati è stata smentita più e più volte. Infatti, le monete basate su blockchain sono molto più aperte ai metodi di indagine rispetto alle valute fiat. È certamente possibile scoprire le origini delle transazioni. Per riuscire a monitorare le criptovalute, le banche avranno bisogno di blockchain explorer e strumenti di valutazione del rischio più avanzati di quanto possano esserlo i servizi attualmente disponibili al pubblico.

Questi strumenti di analisi esistono già, e consentono agli investigatori di seguire tracce virtuali tra indirizzi, wallet, transazioni, blockchain e altre entità digitali, utilizzando tecniche come il clustering ed euristiche. Le compagnie in questo settore stanno sviluppando algoritmi di ricerca proprietari studiati per individuare le origini di fondi occultati e smascherare i criminali.

Ricorda, le valute fiat tradizionali sono ancora il mezzo preferito per i professionisti del riciclaggio di denaro. Le criptovalute, attualmente ancora nelle fasi iniziali, emergeranno come una potente forza in grado di ridurre il rischio di riciclaggio in tutto il mondo.

La DeFi non sarà la risposta per il consumatore medio

Non c’è dubbio, la nicchia della finanza decentralizzata nel più ampio settore crypto possiede un potenziale virtualmente illimitato. Anche se al momento lo yield farming potrebbe apparire solo come l’ultima moda, la DeFi è molto più di questo.

I progetti DeFi ti offrono la possibilità di ricevere consigli di trading tecnici e fondamentali da professionisti e pagare una commissione solo nel caso in cui ne ricavi un profitto. Puoi versare il tuo capitale in portafogli d’investimento digitali senza dover pagare i costi legati ai fondi comuni, che erodono centinaia di migliaia di dollari dal tuo piano pensionistico. Gli investitori possono anche detenere prodotti derivati delle criptovalute che preferiscono senza dover passare continuamente da una blockchain all’altra. Queste innovazioni sono solo la punta dell’iceberg. Man mano che il mercato continua a maturare, sempre più progetti DeFi ci permetteranno di fare cose che oggi non possiamo neanche immaginare.

Tutto questo, però, presenta un problema fondamentale. Dovranno passare decenni prima che il cliente bancario medio interagisca con i protocolli della finanza decentralizzata. Sì, gli appassionati di criptovalute più entusiasti sono abbastanza competenti da trovare l’indirizzo dello smart contract di un token ERC-20, scambiarlo su exchange decentralizzati e investirlo tramite piattaforme di prestito e pool di liquidità.

Tuttavia, l’individuo medio vorrà probabilmente discutere con un consulente finanziario di tanto in tanto, anche se la maggior parte del suo patrimonio è sotto forma di criptovalute. Inoltre, diversi paesi in tutto il mondo stanno lavorando sulla propria criptovaluta garantita dal governo, asset a cui il consumatore medio vorrà sicuramente accedere attraverso la sua banca di fiducia.

Prima che sia troppo tardi

Cosa succederà alle banche che non si uniscono alla festa?

Qualsiasi banca che nei prossimi 18 mesi continua ad approcciare con trepidazione le criptovalute corre il rischio di farsi affondare da Kraken e dalle banche che cavalcano l’onda e fanno il grande passo.

È giunto il momento per le banche fiat tradizionali di impegnarsi a offrire ai clienti un maggiore accesso alle crypto. Se non lo faranno, verranno spazzate via dalla marea crescente delle criptovalute pronte a reinventare il sistema finanziario globale in un modo o nell’altro.

I punti di vista, i pensieri e le opinioni qui espressi sono esclusivamente dell’autore e non riflettono o rappresentano necessariamente i punti di vista e le opinioni di Cointelegraph.

Mark Binns è il CEO di BIGG Digital Assets Inc. Crede che il futuro delle crypto sia un ambiente sicuro, conforme e regolamentato. Ha scoperto per la prima volta il settore crypto nel 2013 e se ne è appassionato. Come CEO di BIGG Digital Assets, Mark supervisiona il Blockchain Intelligence Group, gruppo sviluppatore di Qlue, BitRank e Netcoins.