Antonio Juliano, fondatore dell'exchange decentralizzato dYdX, ritiene che i crypto sviluppatori dovrebbero dimenticarsi di fornire servizi ai clienti negli Stati Uniti per i prossimi cinque-dieci anni, sperimentando in altri mercati per poi tornarci non appena il contesto lo consentirà.
In un thread di X (Twitter) del 25 agosto, Juliano ha sostenuto che gli sviluppatori dovrebbero dare priorità ai mercati al di fuori degli Stati Uniti, in quanto si troverebbero ad affrontare meno ostacoli concentrandosi sulla crescita della piattaforma e sull'adozione da parte degli utenti.
I commenti di Juliano riguardavano in particolare le startup rispetto alle piattaforme/imprese già affermate, sottolineando che all'estero potrebbero scalare più velocemente in mercati più compatibili:

"I crypto sviluppatori dovrebbero rinunciare a fornire servizi ai clienti statunitensi per il momento e tentare di riaffacciarsi tra 5-10 anni. Non vale la pena affrontare le difficoltà e i compromessi. La maggior parte del mercato è comunque all'estero. Bisogna innovare lì, trovare il PMF [product market fit] e poi ripresentarsi con una leva maggiore".

"Nel grande schema delle cose, oggi quasi nessuno usa o si interessa alle criptovalute. Personalmente non mi interessa alcun risultato se non quello di far crescere le crypto di oltre 100 volte nel lungo periodo", ha aggiunto.

Le crypto sono in linea con i valori americani. Cosa c'è di più americano e capitalista di un sistema finanziario del popolo, dal popolo e per il popolo?
Questo è letteralmente ciò che stiamo realizzando qui. L'America se ne renderà conto alla fine

Molti operatori del settore hanno sottolineato che gli Stati Uniti soffrono di una carenza legislativa e normativa chiara in materia di criptovalute, e un esempio chiave è la zona grigia che circonda la giurisdizione della Securities and Exchange Commission e della Commodity Futures Trading Commission sul mercato.
Dal momento che il governo statunitense continua a tergiversare sulla definizione di una regolamentazione in materia di criptovalute, Juliano suggerisce che il settore debba svilupparsi ulteriormente in modo da poter esercitare un maggiore peso sulla politica degli Stati Uniti.
Per tale motivo, sostiene che nel frattempo abbia più senso per gli operatori o le startup concentrarsi sulla ricerca di PMF all'estero per poi ripresentarsi con la "leva" di un'ampia base di utenti.
"Ciò non significa che il compito della politica statunitense in materia di criptovalute non sia importante. Lo è assolutamente, perché ci vuole molto tempo (bisogna essere pronti per il rientro) e gran parte del mondo seguirà l'esempio degli Stati Uniti", ha affermato, aggiungendo che:

"Il fatto che le crypto non abbiano ancora un impiego su scala mondiale/un prodotto adatto al mercato significa che non abbiamo ancora molta influenza sulla politica. Dobbiamo disporre di prodotti con un uso massivo in cui gli utenti (gli elettori) dicano 'aspetta, questo mi è indispensabile'".

Brian Armstrong, l'amministratore delegato di Coinbase – azienda che ha compiuto diversi sforzi per contribuire a guidare la politica delle criptovalute negli Stati Uniti – ha replicato al post offrendo un punto di vista diverso, affermando che: "Comprendo il tuo punto di vista, ma ritengo che le condizioni miglioreranno in un tempo molto più breve. Probabilmente entro l'anno prossimo, se dovessi tirare a indovinare".
"Gli Stati Uniti azzeccano sempre le cose, dopo aver esaurito ogni altra opzione. Guarirà da queste ferite, non importa quanto duramente un piccolo gruppo di persone tenti di impedire il progresso", conclude Armstrong.

Sono ottimista! E anche noi stiamo contribuendo in piccola parte alla politica.
Credo solo che sia diverso per le startup rispetto alle aziende in scala. Se non si è ancora trovato un prodotto forte e adatto al mercato, il compromesso di muoversi più velocemente e più liberamente sembra giustificare la scelta di un mercato di dimensioni minori.

Anche Evgeny Gaevoy, CEO di Wintermute, è intervenuto sull'argomento concordando con Juliano ma precisando che: "Penso solo che ci vorranno 2-3 anni se le crypto avranno successo o addirittura mai se non ce la faranno".

Traduzione a cura di Walter RIzzo