Secondo la società di sicurezza blockchain CipherTrace, il numero di reati che prendono di mira il settore delle valute virtuali si è più che dimezzato nel 2020.

Un recente report dell'azienda sulla criminalità nel mondo crypto ha rivelato che le perdite causati da furti, hack e frodi sono scese del 57%, a 1,9 miliardi di dollari, grazie soprattutto al miglioramento dei sistemi di sicurezza. Nel 2019 era stato raggiunto un record di 4,5 miliardi di dollari.

CipherTrace ha dichiarato che "enormi exit scam", come lo schema Ponzi di PlusToken, hanno dominato la scena criminale delle criptovalute negli ultimi due anni: quella truffa da sola ha fruttato 2,9 miliardi di dollari. Nel 2020, una frode simile chiamata WoToken, peraltro messa in atto da alcuni degli stessi responsabili di PlusToken, ha sottratto agli investitori 1,1 miliardi di dollari, rappresentando il 58% del volume annuale dei fondi rubati. 

Il report sottolinea come le frodi siano la principale forma di reato nel settore delle criptovalute, seguite dai furti e dai ricatti con ransomware. Dave Jevans, CEO di CipherTrace, ha spiegato a Reuters: 

"I furti da hack contro gli exchange centralizzati continuano a diminuire man mano che queste istituzioni finanziarie maturano e adottano misure di sicurezza più forti."

Tuttavia, il 2020 ha visto un'impennata di crimini legati alla finanza decentralizzata, la maggior parte dei quali erano "rug pulls". In questo tipo di frodi, un token viene pompato artificialmente e pubblicizzato, e dopo aver raccolto ingenti somme i creatori ed i primi investitori “staccano la spina”, lasciando tutti gli altri a bocca asciutta. 

"La metà di tutti gli hack del mondo crypto del 2020 sono stati portati contro protocolli DeFi, un pattern che era praticamente inesistente in tutti gli anni precedenti. Quasi il 99% del volume delle principali frodi avvenute nella seconda metà del 2020 derivava da protocolli DeFi che eseguivano 'rug pulls' e altre exit scam. Questo modello ricorda stranamente quanto accaduto con le ICO del 2017."

Jevans ha aggiunto che, essendo per lo più non regolamentati, i protocolli DeFi sono esentati dalla maggior parte delle norme che si applicano agli exchange centralizzati, alle imprese di servizi e alle banche.  

Il report afferma che il più grande furto del 2020, l'hack da 281 milioni di dollari ai danni dell'exchange centralizzato KuCoin, ha coinvolto anche il settore DeFi: i criminali hanno tentato di riciclare i fondi rubati attraverso Uniswap, il maggiore exchange decentralizzato del mondo.