Dopo 47 anni alla guida del più grande hedge fund del mondo, Bridgewater Associates, il fondatore Ray Dalio ha concluso una transizione di leadership partita a febbraio. Ad oggi non è più uno dei tre co-chief investment officer, ma rimarrà mentore dei rimanenti e membro del consiglio operativo.

Come annunciato il 4 ottobre sul sito web di Bridgewater, l'azienda e Dalio hanno completato i requisiti legali e normativi necessari per concludere la procedura di transizione. D'ora in poi, il fondo sarà guidato dai co-CEO Nir Bar Dea e Mark Bertolini e da due co-chief investment officer: Greg Jensen e Bob Prince.

Una delle figure più potenti del mercato finanziario globale, Dalio ha dimostrato una sana evoluzione delle sue opinioni sulle criptovalute. Nel 2017 aveva definito Bitcoin (BTC) una bolla, a causa della evidente speculazione e della mancanza di transazioni. Tre anni dopo ha espresso nuovamente il suo scetticismo, affermando:

"Il denaro ha due scopi: è un mezzo di scambio ed una riserva di valore, e Bitcoin non è efficace in nessuno dei due casi".

Il punto di svolta dell'opinione del superinvestitore sulle criptovalute coincide con un thread Twitter del 12 novembre 2020, in cui, pur ribadendo le sue precedenti preoccupazioni sulla volatilità, Dalio ha richiesto di essere corretto se "si sbaglia su queste cose". A tale tweet, hanno fatto seguito le spiegazioni di personaggi rilevanti del settore, come Meltem Demirors, Zac Prince e Mati Greenspan. 

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A dicembre 2020, Dalio affermava che BTC può offrire protezione contro il "deprezzamento del valore del denaro" e a gennaio 2021 lo definiva nella nota di Bridgewater agli investitori un "risultato sorprendente" ed uno dei pochi "asset alternativi simili all'oro in questo momento di crescente necessità".

Pur condividendo ripetutamente i suoi timori che il governo degli Stati Uniti adottasse una posizione di tolleranza zero nei confronti della moneta digitale, Dalio ha continuato a simpatizzare per Bitcoin, descrivendolo come uno strumento di risparmio superiore ai titoli di Stato o alle obbligazioni societarie. A gennaio 2022, quando l'ombra dell'inflazione globale era già diventata un tema importante tra gli esperti, Dalio ha elencato tre ragioni principali per cui Bitcoin, insieme all'oro, potrebbe rappresentare una copertura dall'inflazione: La rete non è mai stata violata, non ha concorrenti migliori e i tassi di adozione di BTC suggerirebbero che potrebbe ulteriormente intaccare la capitalizzazione di mercato dell'oro.