In India, il presidente della National Association of Software and Services Companies (NASSCOM) Debjani Ghosh ha affermato che dal punto di vista dell'istituzione le criptovalute sono illegali, invitando le imprese a rispettare la legge. La NASSCOM è un'associazione commerciale non a scopo di lucro, comprendente oltre 2.000 aziende operanti nel settore indiano dell'informatica.

"È questa la legge del paese, dobbiamo rispettarla", ha affermato la donna. "Se non siamo d'accordo, dobbiamo tornare al governo e discutere sul perché le criptovalute non sono corrette". Ghosh ha tuttavia evidenziato che lo stato "illegale" delle monete digitali deriva principalmente dall'incapacità del paese di stare al passo con l'innovazione:

"L'origine di questo problema risiede tuttavia nel fallimento del processo politico, che non riesce a stare al passo con i rapidi cambiamenti tecnologici. Lo scopo della NASSCOM dovrebbe essere quello di congiungere lo sviluppo economico all'elaborazione di politiche. Credo che sarà proprio questo il nostro obiettivo".

Al momento l'utilizzo di criptovalute è in realtà consentito in India, ma a luglio di quest'anno la Reserve Bank of India (RBI) ha vietato alle istituzioni bancarie del paese di fornire i propri servizi alle compagnie operanti nel settore delle monete digitali. Spiegando i motivi di tale scelta, al tempo la RBI aveva citato timori legati alla stabilità finanziaria e alla sicurezza degli investitori.

Nonostante le criptovalute non siano state del tutto vietate, tale normativa ha avuto un considerevole impatto negativo sull'industria. Zebpay, una delle piattaforme di scambio più importanti del paese, ha recentemente annunciato di aver chiuso i battenti a causa delle condizioni "estremamente ardue" incontrate durante l'elaborazione degli ordini dei clienti. Adesso la compagnia pianifica di trasferire le proprie attività a Malta, il cui ambiente normativo promuove lo sviluppo del settore.

La scorsa settimana la polizia indiana ha arrestato il cofondatore dell'exchange di criptovalute Unocoin per aver collocato un bancomat di Bitcoin (BTC) in un centro commerciale di Bangalore. In un comunicato stampa rilasciato dalle forze dell'ordine viene spiegato che l'installazione del dispositivo non ha ricevuto "alcun permesso da parte del governo statale, ed opera con criptovalute al di fuori dei limiti consentiti dalla legge"