Il ruolo della governance nel settore della finanza decentralizzata è ancora poco chiaro: ci sono dibattiti in corso tra le figure chiave del settore per capire come potrebbe essere in futuro il sistema di conduzione e direzione di questi progetti.

Sam Bankman-Fried di FTX ha recentemente dichiarato che il coinvolgimento della sua azienda nella DeFi sarà "motivato da profitti a breve termine e non intende avere un impatto a lungo termine nei protocolli attraverso la governance". Così facendo, ha sostenuto che sta semplicemente utilizzando DeFi per gli scopi originariamente previsti.

Questo non è necessariamente vero per tutti i progetti. Alcuni programmi di mining sono concepiti in questo modo, Bankman-Fried non sta facendo nulla di male. Se però il progetto non desiderasse essere coinvolto a questo livello, allora il team dovrebbe sviluppare il proprio programma di conseguenza.

La governance decentralizzata è uno degli obiettivi principali della DeFi 

La DeFi spera di creare un sistema finanziario aperto e accessibile a chiunque nel mondo, ed i governance token sono solitamente progettati per soddisfare due scopi. In primo luogo, i progetti li usano per decentralizzare il processo decisionale, secondo il ragionamento secondo cui più persone saranno coinvolte e meno probabilità ci sono che si verifichi un attacco o un abuso da parte di un singolo utente.  

Per raggiungere il primo obiettivo, di solito i token sono progettati anche per incentivare i detentori a partecipare e a prendere decisioni vantaggiose per il protocollo DeFi. In questo modo, i governance token possono anche essere assimilati al tradizionale sistema di partecipazione azionaria nelle società, essenziale per il successo del capitalismo, poiché incentiva gli azionisti a prestare capitali e a gestire una società dietro l’impulso dell’interesse personale. 

Poiché uno degli obiettivi è quello di decentralizzare anche i detentori, la concentrazione di tantissimi governance token in poche mani viene considerata un problema. Tuttavia, nelle prime fasi di un progetto, essa può essere fondamentale. 

La centralizzazione del processo decisionale permette ai progetti di muoversi più velocemente e di eventualmente modificare gli obiettivi in corsa. Per MakerDAO, ad esempio, è stato più facile votare sull'introduzione di nuovi asset collaterali quando la sua stablecoin, Dai, si è allontanata troppo dal suo sottostante.

Nel lungo periodo però, quando c'è un'ampia partecipazione della community al progresso di un progetto, è meglio avere una distribuzione decentralizzata dei token, perché le whale potrebbero distorcere la governance a proprio beneficio e non di tutti gli stakeholder. In un caso estremo, queste mosse potrebbero essere definite un attacco ostile, ma anche nella governance di MakerDAO possiamo osservare che i grandi detentori di MKR votano contro gli altri stakeholder. Molti progetti sono consapevoli di questo problema e hanno adottato un approccio di progressiva decentralizzazione. Avere un'offerta limitata di governance token è un bene perché così facendo i titolari possono prevedere con maggiore facilità l’entità del loro potere di voto, e rende peraltro più difficili gli exploit da parte di soggetti malintenzionati. 

Il boom dello Yield Farming 

Lo yield farming, o liquidity mining, è un nuovo modo di guadagnare ricompense con i propri asset crypto: viene utilizzato molto nei protocolli di liquidità permissionless, che hanno avuto un vero e proprio boom nel 2020. 

Molti governance token vengono emessi come forme di rendimento: gli exchange decentralizzati traggono vantaggio dallo yield farming ottenendo liquidità e persino aumentando le riserve di tesoreria del progetto, per utilizzarle in una strategia di crescita. Gli utenti, invece, guadagnano sotto forma di governance token. 

La domanda è: questo sistema può essere sostenibile? Se gli utenti vendono i governance token, come possono i progetti trattenere la liquidità e creare un'ampia base di titolari di token? 

Se guardiamo ad Uniswap, ci rendiamo conto che in una certa misura la liquidità è stata drenata in seguito alla fine dell'emissione del suo governance token. Tuttavia, ciò ha avuto un impatto minore del previsto e non è stato particolarmente dannoso. Un esempio è la distribuzione dei token di governance UNI di Uniswap ai detentori: sembra ormai sufficientemente decentralizzato, pronto per una governance a lungo termine. 

Uniswap non aveva una governance prima del lancio del suo token UNI un paio di mesi fa. Prima di questa svolta, le modifiche al protocollo venivano decise dal solo team di Uniswap.

Una governance decentralizzata può significare più autonomia, ma è la cosa migliore? 

A fronte dei molteplici esempi di fondatori che vendono i loro governance token e abbandonano i progetti, c'è una crescente preoccupazione che siano l'ennesima illusione, che fa arricchire i fondatori dei progetti e svuota le tasche degli utenti. Come sempre, ci sono delle eccezioni. Dopo la torrida estate della DeFi, tuttavia, abbiamo visto diversi progetti lanciare con successo una governance decentralizzata. Uniswap ne è un esempio, ma anche il suo delizioso antagonista SushiSwap sembra aver trovato la sua nicchia. 

Peraltro, come per la maggior parte delle cose, è necessario compiere delle ricerche prima di partecipare, così come fondamentale è comprendere i rischi e tenere conto di tutto questo quando si decide di investire.  

In definitiva, la governance decentralizzata può funzionare: basti vedere i molti software open-source di successo, e ritengo che un progetto possa avere successo coinvolgendo il pubblico. 

Nella DeFi, i token sono probabilmente il modo migliore per ottenere una vera governance decentralizzata. C'è ancora molto da fare e ci sono progetti in cui la governance è in realtà basata sulla reputazione, il che è un approccio promettente.

I punti di vista, i pensieri e le opinioni espresse nel presente articolo sono ascrivibili solo dell'autore e non riflettono o rappresentano necessariamente le opinioni ed i punti di vista di Cointelegraph. 

Lucas Huang è attualmente head of growth presso TokenLon. Prima di entrare in TokenLon, ha lavorato per anni in Kyber Network e Deloitte. Ha studiato informatica all'Università di Chicago e sistemi informativi contabili alla Michigan State University.