Utilizzando la tecnologia blockchain, le ICO sono diventate un mezzo alternativo per il finanziamento di progetti che utilizzano i nuovi mercati finanziari digitali. A differenza delle IPO, disciplinate da rigide norme di legge, le ICO richiedono solo un white paper e alcune caratteristiche interessanti, come la mancanza di barriere all'ingresso, la possibilità di una crescita esponenziale e la facilità di convalida.  

Non deve quindi sorprendere che il mercato delle ICO abbia registrato una crescita straordinaria negli ultimi tempi. Alcune ricerche mostrano che da gennaio 2016 ad agosto 2019 le ICO hanno raccolto quasi 13 miliardi di dollari in tutto il mondo.

Nonostante i lati positivi delle ICO, gli investitori interessati ad un investimento alternativo si trovano ad affrontare rischi notevoli. A questo proposito, un report del 2018 del Satis Research Group ha esaminato circa 1.500 ICO: il 78% dei progetti è stato identificato come truffa, valutate complessivamente a 1,3 miliardi di dollari

Insieme ai miei colleghi Niranjan Sapkota e Josephine Dufitinema, ho condotto uno studio che aveva lo scopo di rispondere alla seguente domanda: quali sono i vari tipi di truffe nel mercato delle ICO e qual è la perdita monetaria che affrontiamo in media in una truffa ICO? Per indagare su questo problema, tramite web-scraping abbiamo creato una notevole libreria di dati che copre tutte le ICO lanciate da agosto 2014 a dicembre 2019. Il nostro set di dati, unico nel suo genere, prende in esame 5.036 ICO.

Abbiamo recuperato i dati dei fondi raccolti da 1.014 ICO: 576 si sono rivelate essere truffe, per un totale di 10,12 miliardi di dollari di fondi rubati. Le perdite maggiori sono avvenute nella cosiddetta “Petro-truffa”, dalla quale gli investitori hanno perso un totale di 735 milioni di dollari. 

Categorie di truffe ICO

Abbiamo recuperato le ICO che erano state classificate come "quotate" dagli aggregatori di progetti morti DeadCoins e Coinopsy, e le abbiamo analizzate per identificare 13 diversi modi in cui gli investitori possono essere ingannati dai truffatori. Se un membro del forum Bitcointalk ha identificato una ICO con un falso team, un falso progetto, un falso wallet, un falso social media o un falso trading, allora quella ICO è stata classificata da noi come "falsa".

Il classico "exit scam”

Abbiamo definito "bounty scam" una ICO che non ha pagato i promotori cui erano stati promessi premi finanziari (per lo più sotto forma di token) per attività di PR come la promozione del progetto su forum, canali Telegram, app di messaggistica, la traduzione e localizzazione di documenti, la pubblicazione sui social media o sui blog. Se gli sviluppatori e i promotori che hanno raccolto fondi per una ICO sono improvvisamente scomparsi lasciando gli investitori con il cerino in mano, abbiamo classificato quelle ICO come "exit scam".

Truffe composte e airdrop fraudolenti

Abbiamo osservato diversi casi in cui lo stesso gruppo di sviluppatori stava perpetrando delle frodi in molteplici progetti: nel nostro studio sono stati definiti "previous scammers". Abbiamo poi definito "airdrop scam", incidenti in cui i criminali rubavano le chiavi private agli utenti: gli hacker creano un link malevolo e gli utenti, aspettandosi di ricevere token gratuiti, vi cliccano sopra, rivelando così le loro informazioni private.

Falsi exchange ed i copy-paster

Gli sviluppatori che intendevano ingannare gli investitori spesso lanciavano la loro ICO su un exchange fraudolento: questo tipo di truffa è classificato come "exchange scam". Abbiamo anche osservato che copiare il white paper di una ICO promettente e lanciarla con un nome molto simile è un'altra tattica ingannevole molto diffusa: l’abbiamo definita "white paper plagiarism scam". Fortunatamente gli utenti stanno imparando a riconoscere queste manovre, che vengono prontamente segnalate sul forum Bitcointalk. 

Il pump and dump

"Pump and dump" è un'altra strategia usata dai criminali, ma non sempre è immediatamente riconoscibile all'inizio di una ICO. In questa truffa gli investitori si affrettano ad acquistare il token nella fase iniziale, quando il prezzo è ancora basso; alcuni addirittura comprano a un prezzo elevato per paura di perdere l'opportunità di realizzare un facile profitto. Una volta che i truffatori completano le vendite, il prezzo crolla drammaticamente.

Gli schemi Ponzi

Lo "schema Ponzi” è un’altra frode molto comune: le vittime vengono indotte ad investire in alcuni prodotti o servizi associati alla ICO, con la promessa di ritorni (inesistenti) in una fase successiva. 

Le truffe delle URL ed il phishing

Abbiamo anche identificato una nuova tattica utilizzata dai criminali, che coinvolge siti web molto simili nel nome e nel design a progetti realmente esistenti. Gli investitori ingenui, che non sono a conoscenza dei siti web originali, possono così essere ingannati da questi portali e perdere le loro monete. Questa categoria di truffa è identificata nel nostro studio come "website scam".

"Sappiamo cosa hai fatto ieri sera"

Esiste anche la "porn scam", la cui popolarità è in crescita: una ICO che finge di offrire un accesso premium al proprio sito porno. Gli hacker utilizzano questo tipo di imbroglio perché gli utenti sono meno propensi a denunciarlo, a causa del fatto che la pornografia in molti Paesi è proibita oppure è correlata ad un forte stigma sociale. 

Manipolazione del mercato e pre-mining

Abbiamo inquadrato un'altra forma di ICO fraudolenta, la "pre-mine scam": succede a volte che gli sviluppatori e/o i promotori detengano in segreto dei token anche dopo la vendita finale, sebbene in questi casi sarebbe appropriato eliminarli. Questo rappresenta un grave raggiro nei confronti degli investitori, semplicemente perché una maggiore offerta di token in circolazione implica un prezzo più basso. Inoltre, il mercato dei token può essere manipolato se gli sviluppatori conservano una quantità notevole di monete. È interessante notare come un altro studio recente abbia messo in correlazione il pre-mining con i default delle criptovalute.

Quale è la tipologia di truffa più comune?

Il nostro screening ha dimostrato che la truffa più comune è il phishing: gli utenti ricevono e-mail di spam, link e popup sospetti, richieste di fornire dati personali e finanziari, errori sui prelievi, saldi che scompaiono dai wallet ed altre operazioni abnormi. 

Secondo le nostre stime, se un progetto ICO si rivela essere un imbroglio, in media si ha una perdita di circa 54,1 milioni di dollari: una cifra tre volte maggiore alla media generale del campione, pari a 17,58 milioni di dollari. 

In conclusione, a causa di una mancanza di regolamentazione, gli sviluppatori e/o promotori possono impiegare più di una dozzina di tattiche per ingannare gli investitori. Noi sosteniamo che le nostre scoperte abbiano implicazioni significative, in primis la necessità di regolamentare il mercato delle ICO da parte di governi e autorità, in modo da proteggere gli investitori da potenziali perdite.

Questo articolo non contiene consigli o raccomandazioni di investimento. Ogni mossa di trading comporta dei rischi, ed i lettori dovrebbero condurre le proprie ricerche quando prendono una decisione. 

I punti di vista, i pensieri e le opinioni espresse nel presente articolo sono ascrivibili esclusivamente all'autore e non riflettono o rappresentano necessariamente i punti di vista e le opinioni di Cointelegraph. 

Klaus Grobys è docente di economia finanziaria all'Università di Jyväskyla ed assistant professor di finanza all'Università di Vaasa. Grobys è anche affiliato alla piattaforma di ricerca InnoLab dell'Università di Vaasa. I suoi recenti studi indagano le opportunità e i rischi associati ai nuovi mercati finanziari digitali. Le sue recenti ricerche sono state, tra l'altro, discusse dalla rivista statunitense di economia Forbes.