Nuovi dati raccolti da Glassnode ed Etherscan dimostrano che l’hashrate di Ethereum è cresciuto ai massimi livelli registrati negli ultimi 20 mesi: questo ha portato alcuni trader a sostenere ottimisticamente che anche il prezzo di Ether continuerà la sua corsa.

L’incremento dell’hashrate sembra fortemente influenzato dalla rapida espansione del settore della finanza decentralizzata (DeFi); al momento oscilla intorno ai 204.000.000 GH/s, un livello che non veniva raggiunto dal 2018.

L’hashrate del network Ethereum raggiunge i livelli del 2018

L’hashrate del network Ethereum raggiunge i livelli del 2018. Fonte: Etherscan.io

Nelle ultime settimane, la domanda di Ether è aumentata sensibilmente: a partire da metà giugno, un numero sempre crescente di utenti ha iniziato ad utilizzare piattaforme DeFi, con il risultato di congestionare la rete Ethereum.

Di conseguenza le transaction fee si stanno avvicinando ai picchi massimi, a causa dell’improvviso incremento del numero delle transazioni e dell’attività su protocolli DeFi e Uniswap.

Un hashrate maggiore è un bene o un male per Ethereum?

Hashrate, prezzo e fee di Ether, tutti fattori in aumento: ciò evidenzia che l’attività degli utenti sul network va intensificandosi. Nonostante il rinnovato entusiasmo per Ethereum sia una conseguenza del boom della DeFi, i dati dimostrano un rafforzamento anche dei fondamentali economici della blockchain.

L’hashrate di Ethereum sta crescendo anche perché i miner ottengono maggiori profitti dalle commissioni: difatti, in un periodo di congestione della rete, gli utenti tendono a competere tra loro allegando alle proprie transazioni un costo in gas o commissioni maggiori.

Questa lotta sul mercato causa fee più alte, specialmente in un momento di crescente interesse nella DeFi, e quindi anche i miner guadagnano di più. Questo, di conseguenza, attira più miner su Ethereum causando l’aumento dell’hashrate. 

I ricercatori di Glassnode hanno chiarito come i ricavi ottenuti dai miner dalle commissioni su Ethereum abbiano recentemente raggiunto un nuovo picco storico al 18%. Su Twitter la società ha scritto:

“I profitti ottenuti dai miner dalle fee su Ethereum sono schizzati alle stelle negli ultimi due mesi, raggiungendo un picco massimo del 18% (media mobile a 30 giorni). Al contrario, il Fee Ratio Multiple (FRM) è a livelli minimi mai registrati.

FRM è un indicatore creato da Teo Leibowitz, che definisce il rapporto tra le revenue totali dei miner e le transaction fee. FRM indica quindi quanto è sicura una blockchain qualora non ci fossero i block reward.”

I ricavi ottenuti dai miner sulle fee e il FRM

I ricavi ottenuti dai miner sulle fee e il FRM. Fonte: Glassnode

Le fee di Ethereum hanno superato quelle di Bitcoin

Nelle ultime settimane, il boom di Uniswap e dei nuovi protocolli DeFi, come Yam Finance, ha portato le fee su Ethereum a sorpassare notevolmente quelle su Bitcoin. Cryptowat.ch, fornitore di dati di mercato di proprietà dell’exchange Kraken, ha twittato:

“Le transaction fee on-chain su Ethereum continuano a distaccare Bitcoin. Il gap ammonta attualmente a 1 milione di dollari al giorno.”

Le fee on-chain su Ethereum sorpassano Bitcoin

Le fee on-chain su Ethereum sorpassano Bitcoin. Fonte: Cryptowat.ch

Alcuni analisti potrebbero sostenere, non senza un fondo di verità, che fee più alte potrebbero influire negativamente sugli utenti e peggiorare la user experience.

Alternativamente, si potrebbe interpretare questo segnale come una crescita delle attività degli utenti sulla rete e un incremento dell’hashrate: questi sono segnali positivi, dato che durante i peggiori giorni del bear market del 2018 molti investitori crypto avevano criticato la scarsità di utenti sulle DApp basate su Ethereum.

Inoltre, finché Ethereum utilizzerà la Proof-of-Work come forma di consenso, l’hashrate è un importante indicatore della sicurezza del protocollo.