Il regolamento dell'Unione Europea sui mercati degli asset crypto, meglio noto come MiCA, è ora nella sua fase critica di implementazione. Progettato per unificare la regolamentazione delle crypto in tutti i 27 stati membri dell'UE, MiCA promette chiarezza, protezione dei consumatori e stabilità del mercato a lungo termine. Ma con l'inizio dell'implementazione, stanno già emergendo le prime crepe.
Nell'episodio di Byte-Sized Insight di questa settimana, esploriamo le disposizioni chiave del MiCA ora in vigore, in particolare quelle relative alle stablecoin, e i motivi per cui alcuni dei maggiori operatori del mercato si rifiutano di conformarsi.
A partire da gennaio 2025, i fornitori di servizi di asset crypto (CASP) dovranno ottenere le licenze per operare legalmente all'interno dell'UE. Un periodo di transizione o di “grandfathering” concede alle aziende esistenti fino a 18 mesi, a seconda dello Stato membro, per conformarsi. Tuttavia, con l'avvicinarsi delle scadenze, le aziende sono costrette ad agire rapidamente.

Stablecoin sotto controllo

Una delle disposizioni più discusse e controverse del MiCA riguarda le stablecoin. In base alla legge, nessuna stablecoin potrà essere offerta agli utenti dell'UE a meno che l'emittente non sia autorizzato nell'UE e pubblichi un whitepaper approvato dall'autorità di regolamentazione.
Il pacchetto prevede anche norme rigorose in materia di riserve patrimoniali, governance, conflitti di interesse e marketing. Agli emittenti è persino vietato offrire interessi sui token, eliminando così un incentivo comune alla loro adozione.
La stablecoin più utilizzata al mondo, USDt (USDT) di Tether, ha già annunciato che non intende conformarsi al MiCA, il che significa che gli exchange potrebbero presto essere costretti a rimuoverla dai propri listini in tutta l'UE. Ciò comporta importanti implicazioni per la liquidità, l'accesso al mercato retail e l'attività DeFi nella regione.

“Il motivo non è la paura delle normative, la paura della conformità... Il problema che ho avuto con MiCA è che la licenza è molto rischiosa quando si tratta di stablecoin e credo che sia ancora più rischiosa per il sistema bancario delle piccole e medie imprese in Europa”.

La conformità è fondamentale

D'altro canto, altri operatori stanno entrando nel mercato. BitGo, società di custodia crypto, ha recentemente ottenuto una licenza conforme alla MiCA in Germania, posizionandosi per servire gli operatori istituzionali in tutta Europa.
Brett Reeves, responsabile di Go Network e vendite presso BitGo, ha dichiarato a Cointelegraph che la licenza non riguarda solo la conformità, ma anche l'allineamento strategico a lungo termine con il panorama normativo europeo in evoluzione.

“Abbiamo riscontrato che sia la BaFin che le autorità di regolamentazione europee sono state relativamente disponibili. A volte ci pongono domande difficili, ma il loro compito è quello di garantire che i nostri processi siano adeguati e conformi agli standard”.

Abbiamo inoltre discusso con Erwin Voloder, responsabile delle politiche presso la European Blockchain Association, il quale ha sottolineato la necessità di un'interpretazione coerente a livello nazionale e di una migliore guida da parte delle autorità di regolamentazione per prevenire la frammentazione.

Traduzione a cura di Walter Rizzo