Sam Palmisano, vecchio CEO di IBM oggi presidente dell'associazione statunitense Center for Global Enterprise, non è certo che sia stata trovata una soluzione per rendere le reti blockchain pubbliche compatibili con le leggi europee sulla privacy.

Tali dichiarazioni sono state rilasciate durante un'intervista, recentemente pubblicata su Bloomberg, alla quale ha partecipato anche David Kappos, collaboratore presso lo studio legale Cravath, Swaine & Moore.

Palmisano e Kappos hanno discusso dell'interazione fra tecnologia blockchain e General Data Protection Regulation (GDPR), una normativa adottata lo scorso anno dall'Unione Europea per rafforzare il livello di privacy e protezione dei dati personali dei propri cittadini.

Alcuni principi alla base della GDPR, come il diritto all'oblio, vale a dire il diritto di richiedere la cancellazione delle proprie informazioni private in rete, vanno in chiara opposizione con il concetto di rete blockchain pubblica, per sua natura immutabile e liberamente consultabile.

Palmisano crede tuttavia che alcune tipologie di blockchain private potrebbero, grazie all'utilizzo di strutture normative adeguate, operare senza troppi problemi ai sensi della GDPR. Difficilmente sarà possibile raggiungere il medesimo risultate anche con i network pubblici:

"Nel caso delle reti pubbliche la situazione è più complicata, a causa della natura delle informazioni e come queste vengono condivise. [...] So che ci sono degli studi in corso per far fronte al mercato pubblico, ma [...] non so se sia stata già trovata una soluzione."

A novembre dello scorso anno, anche i ricercatori della dalla Queen Mary University di Londra e dalla University of Cambridge sono arrivati alla conclusione che le blockchain private potrebbero risultare compatibili con la normativa GDPR.