Bitcoin (BTC) inizia la settimana guardingo, mentre i mercati macro esitano e la lira turca perde il 15% del suo valore da un giorno all’altro.
Dopo un fine settimana deludente con un rigetto dai 60.000$, Bitcoin deve ancora convincere i trader, che anticipano per i prossimi giorni un periodo di consolidamento.
Cointelegraph prende in esame cinque fattori che potrebbero influenzare l’andamento del prezzo di Bitcoin nel corso della settimana.
Tutto tace nel mercato azionario
Nella giornata di lunedì, il quadro dipinto dalle azioni è incerto, mentre restano le preoccupazioni circa i rendimenti obbligazionari e l’emergenza coronavirus.
In uno scenario ormai familiare a molti, i mercati asiatici hanno aperto con un movimento modesto. L’aumento dell’attività economica alimenterà probabilmente le preoccupazioni, con i rendimenti dei Treasury già all’1,7% negli Stati Uniti dopo una rapida crescita nelle ultime settimane.
Al contrario, la Cina ha rivelato che spenderà altri soldi per l’alleggerimento finanziario, cosa che secondo i funzionari ridurrà il rischio invece di aumentarlo.
“Questo non solo fornirà incentivi positivi agli operatori economici, ma aiuterà anche a creare un contesto con meno probabilità di generare rischi finanziari,” ha spiegato nel week-end Yi Gang, governatore della banca centrale cinese, la People’s Bank of China (PBoC).
Allo stesso tempo, diverse giurisdizioni stanno assistendo a un ritorno o una continuazione delle misure di lockdown anti-coronavirus, sviluppi accolti con rabbia per la mancanza di progressi nel revocare le limitazioni alla libertà individuale nonostante la distribuzione dei vaccini e l’arrivo della primavera.
Inoltre, la Turchia ha affrontato gravi turbolenze dopo che la sua valuta nazionale, la lira, è crollata del 15% subito dopo l’apertura dei mercati. L’economia è stata messa in difficoltà quando il presidente Recep Tayyip Erdogan ha licenziato l’ennesimo governatore della banca centrale.
“La Turchia sceglie il momento peggiore per licenziare il banchiere centrale,” ha commentato l’osservatore di mercato Holger Zschaepitz.
“Erdogan ha rimosso il governatore aggressivo Agbal, sostituendolo con un professore secondo cui i tassi d’interesse elevati causano l’inflazione. Il deficit CA in crescita, le riserve FX esaurite e l’inflazione al 16% rendono una crisi monetaria più probabile.”
Il prezzo di BTC non stupisce i trader
I trader sono rimasti delusi dagli ultimi due giorni, e Bitcoin non è riuscito a replicare il rally dello scorso week-end.
Sebbene gli analisti avessero suggerito un breakout per BTC/USD tra sabato e domenica, la coppia è stata respinta con forza da livelli vicini a 60.000$.
Il risultato, sorprendendo alcuni, è stato un pullback sotto i 56.000$ prima di una modesta ripresa verso i 57.100 al momento della stesura.
Nei suoi più recenti commenti sul mercato, il collaboratore di Cointelegraph Michaël van de Poppe non ha dato peso agli eventi, in quanto Bitcoin continua semplicemente a muoversi all’interno di un noto range.
“Fin qui tutto bene per Bitcoin, ottimo,” ha affermato su Twitter.
“La regione dei 55.000$ è un importante punto d’interesse dopo il rigetto dalla barriera dei 60.000$. Prevedo un range laterale per un po’.”

L’analista e trader Crypto Ed ha confermato un nuovo pattern di contrazione e ripresa nelle ultime ore, mentre BTC/USD ha evitato la previsione di un calo sotto i 52.000$.
In una nuova sintesi, anche Scott Melker ha identificato il range di trading, descrivendo l’andamento dei prezzi come “ancora niente di particolare.”
I dati dell’order book di Binance evidenziano l’entità del consolidamento in Bitcoin, con il supporto e la resistenza sempre più vicini nella giornata di lunedì, rispettivamente a 56.000$ e 59.000$.
La difficoltà prosegue in territori inesplorati
Mentre gli investitori attendono nuovi massimi storici per il prezzo di Bitcoin, due parametri fondamentali del network sono già o stanno per raggiungere nuovi territori.
Al momento della stesura, sia l’hash rate che la difficoltà sono decisamente rialzisti, il primo a meno del 4% dal massimo storico e il secondo al livello più alto di sempre.

Due classici precursori di rialzi del prezzo, l’hash rate e la difficoltà di mining sottolineano la forza e la longevità dell’attuale bull run. L’hash rate offre una stima della potenza di calcolo dedicata all’elaborazione di transazioni, mentre la difficoltà rappresenta la competizione tra i miner per i block reward.
Il 19 marzo, con il nuovo adeguamento automatico, la difficoltà è aumentata dell’1,95%, segnando un ritorno in territori inesplorati dopo la precedente regolazione negativa.
Come segnalato da Cointelegraph, questi adeguamenti sono una funzione economica essenziale, se non centrale, del network di Bitcoin, che consentono di adattarsi ai cambiamenti nell’attività dei miner e di mantenere la sicurezza.
“Quando i critici affermano che Bitcoin è ‘speculativo’ intendono che non fornisce un rendimento organico e mai lo farà, attribuendo l’aumento dei prezzi all’arrivo di ‘sciocchi più grandi’,” ha affermato a inizio marzo il noto account su Twitter Parabolic Trav commentando il fenomeno.
“Non riescono a comprendere l’adeguamento della difficoltà e l’halving. La ‘realtà dell’offerta minore’ contrasta la ‘teoria dello sciocco più grande’.”
Le monete “giovani” suggeriscono che la bull run è tutt’altro che finita
Ad ogni modo, altri indicatori on-chain dipingono un quadro contrastante sulla posizione esatta di Bitcoin nel suo ciclo rialzista, e sull’aumento rimanente per il prezzo.
Per quanto riguarda il sentiment degli investitori, invece, c’è ancora un ampio margine di crescita, considerando che gli HODLer di lunga data non hanno venduto in massa neanche a 60.000$.
Come evidenziato dalla risorsa di analisi Glassnode nel week-end, la proporzione di monete appartenenti a investitori più vecchi non è ancora diminuita in linea con i massimi dei cicli rialzisti precedenti, suggerendo che il prezzo ha ancora ampio margine di crescita.

Arrivato a un prezzo di circa 53.000$, Bitcoin è diventato un asset da 1.000 miliardi di dollari in market cap, ma questo non è stato un incentivo sufficiente a risvegliare le monete ferme da tempo.
“È una conferma del prezzo piuttosto solida; il market cap a 1.000 miliardi di dollari è già fortemente sostenuto dagli investitori,” ha spiegato lo statistico Willy Woo commentando i dati di Glassnode.
“Direi che ci sono buone probabilità che non vedremo mai più Bitcoin sotto 1.000 miliardi di dollari.”
La scorsa settimana, Cointelegraph ha segnalato una previsione ancora più rialzista da parte di PlanB, il creatore del modello Stock-to-Flow, secondo cui quest’anno BTC/USD non si fermerà a 100.000$ ma continuerà verso una media di 288.000$.
Riserve sugli exchange di nuovo vicine a minimi record
Non solo i nomi noti suggeriscono la continuazione rialzista. Stando ai dati degli exchange, l’HODLer medio si sta preparando per il lungo periodo e non ha intenzione di vendere.
Secondo CryptoQuant, gli afflussi e deflussi sulle principali piattaforme di trading sono fortemente sbilanciati a favore dei prelievi, mostrando un certo disinteresse a vendere o scambiare in tempi brevi.
Infatti, il week-end ha assistito ai più grandi deflussi da inizio marzo, poco prima che Bitcoin raggiungesse il suo attuale massimo storico a 61.700$.
La scorsa settimana, il CEO di CryptoQuant, Ki Young Ju, ha incluso la mancanza di afflussi verso gli exchange tra i fattori che compensavano altri dati meno positivi nel quadro complessivo del mercato. Bitcoin, ha spiegato, potrebbe richiedere “un po’ di tempo” per superare il suo record di 61.700$.
“Credo che ci vorrà del tempo prima che BTC tracci un altro movimento rialzista in termini di domanda/offerta,” ha riassunto.
