Perché è importante sapere cosa sono gli NFT?
Lo abbiamo chiesto a Federico Clapis, un artista contemporaneo italiano che, a partire dal 2017, ha fatto il suo ingresso nel mondo dei Non-Fungible Token.
1. Molti non riescono a concepire questa nuova espressione di arte digitale. Come si colloca un NFT nell’ecosistema blockchain?
L’arte digitale è sempre esistita, ma ora ci sono nuove tendenze creative molto vicine al mondo della decentralizzazione e del gaming. A livello stilistico subisce molte contaminazioni da mondi che prima erano borderline rispetto ai confini dell’arte tradizionale, che grazie alla crypto-arte ritrovano onore e soprattutto mercato, che prima era una questione davvero lontana. La crypto-arte è un insieme di tante cose, ma senza dubbio quello che trovo personalmente molto interessante è la possibilità di collezionare, fruire di opere d’arte digitali in una nuova dimensione: la dimensione della possibilità, della concretezza dell'immateriale. Forse dona anche una nuova visione di cosa sia materia e cosa non lo sia.
Ha fatto diventare l’arte uno dei pilastri di quello che è la tendenza a comprendere che cosa sono gli NFT. Molti, ad oggi, stanno capendo che cosa sia un NFT proprio grazie all’arte. Quindi ancora una volta l'arte prende uno scopo sociale, ma anche pratico, nella divulgazione di un qualcosa di estremamente nuovo che poi in realtà avrà applicativi in forme al di fuori dall'arte stessa, fuori anche dai collectibles. Per il momento arte e collectibles mi sembrano due elementi molto importanti di tutto l’ecosistema NFT.
Nel lungo periodo, tutto questo permetterà di rivalutare che cosa sia un oggetto e cosa sia un bene.
2. Proviamo ad entrare nel vivo degli NFT: come si sviluppa un NFT a livello pratico?
Ci sono alcune piattaforme gratuite che consentono di tokenizzare le tue opere. Personalmente non l’ho mai fatto perché ho iniziato subito con SuperRare, una delle due-tre piattaforme principali, che offrono un servizio di tokenizzazione proprietario. Quando carichi il lavoro sulla piattaforma, quest’ultima genera in automatico un token a pagamento e l’opera viene poi associata ad una chiave, la quale ne determina l’autenticità e l'unicità, la veridicità. Quella chiave è il valore e l’immagine ne diventa l’alias visivo e artistico intorno a cui poi tutto ruota. Quell’immagine, associata ad uno specifico token, è caricata nella piattaforma e poi nel wallet crypto nell’area collectibles, implementata da diverso tempo.
Spesso rendiamo le cose più difficili di quello che sono, come se dovessimo capire come sono composti tutti i componenti di un computer. In realtà, credo che quello che poi conti davvero è la sostanza della tua opera. Ad esempio, in una posizione come la mia ci può essere un limite della conoscenza fino lì dove è necessario.
3. Quando è cominciata la sua avventura nel mondo crypto? Che cosa l'ha affascinata di questa realtà?
Sono entrato nel mondo crypto nel 2017, quando ho avviato una collaborazione con Eidoo che voleva raccontare il futuro attraverso la riproduzione, o meglio la gigantizzazione, di una mia opera resa in chiave monumentale e di bronzo: “Crypto Connection”. Con questa opera abbiamo voluto raccontare il futuro nel suo complesso, non solo la tecnologia o l’economia. Ho iniziato ad osservare il mondo degli NFT con i CryptoKitties e i CryptoPunks, però era ancora molto presto.
Qualche anno dopo, un mio amico artista mi disse che la crypto-arte ora ha ragion di esistere dal punto di vista del movimento e dell’ecosistema che sta nascendo. E questo inverno mi sono dedicato a creare le prime opere digitali, ho cominciato ad acquisire le giuste skill per entrare in questa nuovo mondo e ora sento di trovarmi a mio agio.
4. Nel mondo crypto, c’è chi paragona questa "corsa agli NFT" alla mania ICO del 2017. Qual è la sua opinione e riguardo? Quali sono i vantaggi o gli svantaggi di un NFT?
Un NFT porta una certificazione di un bene il cui valore può variare nel tempo rispetto ad oggetti simili. Per me non hanno nulla a che fare con la bolla delle ICO. Questa comparazione sussiste perché il nostro cervello va per associazioni, per traumi... molti ne sono usciti indenni, altri si sono scottati dopo il boom delle ICO. Quindi, quando c’è qualcosa che funziona, e questo qualcosa fa parte del mondo crypto, è normale associarlo alla bolla delle ICO. La differenza è anche nel fatto con le ICO tu vendevi un progetto, molte volte di difficile realizzazione o proprio una truffa a cielo aperto: è stato il Far West in cui molti hanno fatto soldi, altri sono finiti in class action.
Diversamente, negli NFT vendi un’opera d’arte: questi due mondi non hanno le minime comun velleità. E poi i collezionisti nel mondo della crypto-arte hanno un’attitudine pura, romantica... c’è un entusiasmo, un interesse anche verso l’estetica, indispensabile nel mondo dell’arte. C’è poi un aspetto di community strutturato nel suo essere destrutturato, decentralizzato. È un micro mondo che è sempre meno micro e sempre più mondo.
5. Qual è il ruolo dell'Italia nell’ecosistema NFT?
Ci sono davvero tanti italiani nel mondo crypto. È un mondo senza confini geografici. Perché poi alla fine fai parte del sistema mondo e non di uno solo Paese.
6. Quali sono gli strumenti indispensabili per chi vuole saperne di più?
Precisamente non l’ho capito neanche io. Il confronto è fondamentale, ci sono inoltre diversi gruppi Telegram su cui trovare risorse e potere entrare nel vivo di questa tecnologia. Come tutte le cose, si impara più velocemente provando le cose sulla propria pelle: si impara e si conosce mettendo in pratica, e poi si capisce come farlo sempre meglio.
7. Quale sarà uno degli sviluppi futuri degli NFT, oltre il mondo delle crypto arte?
I servizi. Credo che tutto il mondo dei servizi, più di quello dei beni, ne trarrà beneficio. Quando il servizio pubblico si allineerà alla tecnologia blockchain vedremo scorrere il mondo ad un altro modo, ad un’altra velocità. C’è bisogno di un ricambio generazionale a livello fisiologico: so che è brutto da dire, ma ancora oggi mi chiedo come sia possibile che il mondo sia totalmente digitale... e molti di noi non sappiamo cosa sia il digitale. In questo momento credo che l’enorme risonanza mediatica sull’arte avvicina tutti a capire i possibili applicativi della tecnologia blockchain.