Negli ultimi anni Napoli ha più volte dato prova di essere una città orientata al futuro, introducendo importanti innovazioni in ambito amministrativo ma rimanendo sempre ancorata alla sua ricca cultura e tradizione.
È già passato un anno dalla fondazione a Napoli di uno speciale gruppo di lavoro volto a proporre, elaborare ed eventualmente attuare progetti basati sulla tecnologia blockchain. Quali traguardi sono stati conseguiti da allora, e quali sono invece gli obiettivi per il futuro?
Abbiamo discusso con Felice Balsamo, coordinatore per il Comune di Napoli del progetto Napoli Blockchain. Gli abbiamo posto varie domande riguardo a questa inusuale ma emozionante iniziativa: ecco le sue risposte.
COINTELEGRAPH: Quando e in che contesto nasce l'idea di creare una blockchain napoletana, nell'ambito della Pubblica Amministrazione?
BALSAMO: L’idea nasce nel 2017, quando tentammo di far capire all’amministrazione questo nuovo paradigma della trasparenza e della gestione dei dati chiamato blockchain. Parliamo di Napoli, terza città d’Italia per numero di abitanti, la cui gestione non sempre è facile, per via della macchina amministrativa che si ha dietro un comune di queste dimensioni. Oltretutto, è stato difficile trovare un assessorato di competenza: ad esempio, per le criptovalute si può usare l’Assessorato al bilancio, per la registrazione di documenti su blockchain l’Assessorato alla legalità, ma è complicato trovare un assessorato che porti avanti l’iniziativa nel suo complesso.
Si è risolto nell’aprile 2018, poiché il Sindaco Luigi de Magistris e Vicesindaco, Enrico Panini, hanno deciso di intestarsi il progetto e lanciare una call pubblica per reclutare volontari che ci aiutassero a trovare quelle competenze specifiche sulla blockchain assenti tra i ranghi dell’amministrazione pubblica. In un mese, fino a maggio 2018, abbiamo ricevuto varie richieste, un centinaio dal settore legale e da commercialisti, un centinaio di sviluppatori e altrettanti divulgatori (studenti, amanti della materia, ecc..).
COINTELEGRAPH: Quali obiettivi a lungo termine vi siete posti? Avete realizzato dei passi concreti in questa direzione, o è ancora tutto fermo? Cosa esiste oggi, a circa un anno dalla nascita del team che lavora sul progetto?
BALSAMO: Lo scopo che ci eravamo posti all’inizio era studiare il fenomeno, senza alcuna “applicazione reale” a breve termine, ma andando avanti si è scelto di tentare la via dell’implementazione. Le proposte emerse dal nostro gruppo di lavoro sono state tantissime, ma si è scelto di soffermarsi su quelle più semplici da applicare e da spiegare ai funzionari e agli amministratori: bisogna tenere a mente che la macchina amministrativa deve poter assorbire l’uso e i vantaggi della tecnologia, che va illustrata e alla quale bisogna prendere la mano, cosa non sempre facile.
Tra le proposte del gruppo si sono scelti quattro argomenti, che sono sfociati in altrettanti tavoli di lavoro:
- Gruppo Trasparenza, che si occupa della certificazione di documenti su blockchain e della possibilità di rendere la macchina amministrativa più “visibile” al cittadino. Il primo passo concreto, grazie a uno dei dirigenti, consiste nella memorizzazione dei dati su blockchain Ethereum di studenti e famiglie che accedono alle cosiddette “cedole librarie”, ovvero buoni sconto per famiglie a basso reddito con figli a scuola tramite il TTS (vedi sotto).
- Gruppo Criptovalute, che cura i contatti con associazioni di categoria per far capire che si può pagare in cripto, per fare formazione con le attività sul territorio. Inoltre, il gruppo di lavoro ha creato una piattaforma open source che già permette di pagare in Bitcoin, e si è pronti anche per Litecoin ed Ethereum. Hanno palesato interesse al sistema di pagamento circa 263 attività commerciali che hanno fatto richiesta, abbiamo già fatto formazione a 40 circa di queste che nei prossimi mesi entreranno nel sistema, e infine 5 che materialmente accettano criptovalute come mezzo di pagamento.
- Gruppo Token (TTS): questo gruppo si occupa di lavorare sul token TTS, ovvero “Token temporaneo di sconto”. Questo funziona a tutti gli effetti come una moneta complementare su blockchain, in cui 1€ è uguale a 1 TTS, ma non vi è convertibilità euro-token. Esso funge da buono sconto: su un conto da 20 euro, ad esempio, si potrà pagare 18 euro e 2 TTS. Per guadagnare token bisogna compiere attività “virtuose”, come gettare i rifiuti da smaltire presso gli appositi centri di raccolta, compiute le quali vengono trasferiti un certo numero di token al cittadino. Nodi e wallet sono già pronti e nelle prossime settimane 100 cittadini potranno sperimentarlo direttamente. Per dare alcuni numeri, quando un cittadino si iscrive al servizio di refezione scolastica, di cui il progetto coinvolgerà 20.000 famiglie, assegneremo 15 TTS a testa, per un’emissione complessiva di 300.000 token.
Il progetto del TTS nasce in collaborazione con Università Parthenope di Napoli, che gestisce la parte informatica dei nodi della blockchain privata, mentre ANM (Azienda Napoletana Mobilità), la nostra azienda di trasporto pubblico, ha reso disponibile i server fisici per la gestione della blockchain, del wallet e delle transazioni che stanno alla base del token.
- Gruppo Votazione, in collaborazione con il CNR. Alle volte, i comuni possono scegliere di consultare i loro cittadini con referendum consultivi su questioni importanti, ma la macchina organizzativa è a carico del comune stesso; spesso questo esercizio di democrazia è impedito dai costi dell’operazione (seggio, scrutatori, vigilanza delle forze dell’ordine). Con la votazione elettronica, invece, questi problemi possono essere risolti o perlomeno attenuati. Tenteremo di installare una “cabina elettorale”, presso l’ufficio anagrafe del Comune di Napoli, al cui interno ci sarà un PC tramite il quale si potrà votare; i risultati vengono salvati su blockchain e sono immediatamente visibili a conclusione delle operazioni di voto. E’ quasi a costo zero ma bisogna tenere a mente che il tutto è in fase sperimentale, sia sotto il profilo tecnico che legale.
COINTELEGRAPH: Referendum su Autonomia della città e moneta complementare locale. Che rapporto tra blockchain e autonomia politica?
BALSAMO: In realtà esiste un vero e proprio Dipartimento del comune di Napoli, chiamato “Napoli Città Autonoma” e retto da Flavia Sorrentino, delegata dal Sindaco. Siamo in fase di cambiamento dello statuto della città per rendere Napoli autonoma, è un progetto più ampio della blockchain ma che la utilizza per lo scopo politico dell’autonomia.
Per farle un esempio, abbiamo sottoscritto un accordo con i negozi Carrefour grazie al quale, oltre al prezzo, sarà indicata sugli scaffali la localizzazione della produzione “Made in Naples” dei prodotti, mentre sullo scontrino emesso dai centri Carrefour di Napoli e provincia, viene già indicata la spesa in prodotti campani, legheremo queste spese a una premialità, magari usando sempre il Token Temporaneo di Sconto, nella sua versione definitiva. Insomma, premialità diffuse per acquisti locali. Oltre a questo c’è la prospettiva di un’autonomia fiscale dallo Stato centrale, di un’autonomia scolastica...il discorso è ampio.
COINTELEGRAPH: Vorrei ricordarle che ogni moneta complementare, per definizione, ha bisogno di un sottostante, di una liquidità che ne garantisca il valore. Il Comune di Napoli ha i fondi per poterlo fare?
BALSAMO: In realtà la problematica non si pone, perché i negozi che accettano il TTS al momento non possono né spenderli né trasferirli: in un certo senso, è come se fossero in un “programma fedeltà” per i loro clienti, ragione per cui accettano di trattenere il token, per adesso. In futuro si prospetta qualunque tipo di scenario, si figuri che ci sono pervenute proposte da tour operator americani e giapponesi di prim’ordine, relative all’acquisto di TTS. Questi soggetti ci hanno chiesto se fosse possibile acquistare i token per darli ai propri clienti una volta giunti a Napoli, come una sorta di “regalo di benvenuto”. Questo per farle capire che la situazione è molto dinamica e non sappiamo ancora le precise finalità di questo progetto, se non che è votato all’autonomia della città e alla creazione di un circuito economico locale.
COINTELEGRAPH: Durante l'ultimo evento pubblico del 15 dicembre 2018, il Sindaco De Magistris ha ribadito il suo interesse per le criptovalute e la blockchain, citando la creazione del team blockchain Napoli come frutto di questo suo interesse. Che ruolo gioca la volontà politica in questo progetto? Pensa che, in caso di mutata volontà politica, il progetto riuscirà a rimanere in piedi?
BALSAMO: Le faccio notare che ho nominato varie università ed enti ma non direttamente il Comune di Napoli; questo perché, sul lungo termine, saranno gli Enti esterni che possiedono i nodi a gestire l’emissione di Token, non il Comune. L’idea su cui stiamo ragionando è quella di creare una Fondazione composta da enti pubblici e privati (Università, CNR, Associazioni di Categoria..) che diversifichi il rischio e decida come creare i token. Il Comune funge da partner e iniziatore della cosa, ma in caso di mutata volontà politica in questo modo il progetto ha maggiori chance di restare in piedi, ci tengo a sottolineare che si sono avvicinati a noi soggetti come le università e le associazioni di categoria che non hanno connotazione politica o che comunque non sono legate a doppio filo alle sorti dell’amministrazione.
L’emissione dei token oggi è in capo ad ANM, che è partecipata al 100% dal Comune di Napoli ed è quindi dipendente dal Comune, ma l’obiettivo è spostare il baricentro verso l’esterno. Mi preme sottolineare che tutti questi soggetti coinvolti, università, associazioni di categoria, sono spesso in competizione tra loro per risorse e progetti, quindi a volte è difficile riconciliare tutti sotto la stessa bandiera ma ci stiamo provando. Per rispondere alla sua domanda, se il Sindaco De Magistris a conclusione del mandato, per qualunque motivo, non fosse nuovamente Primo Cittadino, ci auguriamo di riuscire a mettere in piedi una realtà autonoma.
COINTELEGRAPH: Vuole aggiungere qualcosa, qualche anticipazione per i nostri lettori?
BALSAMO: Con molto piacere. Posso anticipare sin da ora che il 12 giugno si terrà a Napoli un evento con la collaborazione e il sostegno dell’Ordine dei Commercialisti ed Esperti Contabili di Napoli, proprio sul tema blockchain e Criptovalute; per il mese di settembre, invece, stiamo provando a organizzare un Hackaton con l’Università di Napoli Federico II, su scala nazionale su blockchain e criptovalute forse presso il complesso monumentale di San Domenico Maggiore e abbiamo già contatti con diversi sponsor, ma ovviamente ogni aiuto è gradito. Infine, sempre a settembre abbiamo in programma un convegno su cosa “NON è la blockchain”.
In breve eravamo solo in tre a crederci, sindaco, vicesindaco e il sottoscritto e ora invece abbiamo esperti del settore ed enti pubblici che vogliono aderire al progetto. In queste ore anche altri dipartimenti della Parthenope e della Federico II hanno fatto richiesta e abbiamo una lunga collaborazione con docenti dell’Università Vanvitelli della Campania o altri Comuni con cui a giorni inizieremo una fase di formazione ed “esportazione” del nostro metodo lavorativo.