Diversi esperti del settore cripto hanno espresso scetticismo sulla visione di John Ray, CEO di FTX, di rilanciare il crypto exchange, menzionando problemi di fiducia e il trattamento da "seconda classe" dei clienti come le ragioni per cui gli utenti potrebbero non "sentirsi sicuri a tornare".

Il 20 gennaio, Sam Bankman-Fried, ex CEO di FTX, ha twittato elogiando John Ray per aver preso in considerazione il rilancio di FTX, suggerendo che si tratta della mossa migliore per i clienti.

Sono felice che Mr. Ray stia finalmente parlando di rilanciare l'exchange, dopo aver bloccato per mesi questo tipo di iniziative!

Sto ancora aspettando che ammetta finalmente che FTX US è solvibile e restituisca i soldi ai clienti... https://t.co/XjcyYFsoU0 https://t.co/SdvMIMXQ5K

— SBF (@SBF_FTX) January 19, 2023

La notizia è arrivata dopo che John Ray ha dichiarato al Wall Street Journal, il 19 gennaio, che stava prendendo in considerazione la possibilità di rilanciare il crypto exchange per risarcire gli utenti.

Ray ha osservato che, nonostante i dirigenti di alto livello siano stati accusati di condotta criminale, le parti interessate hanno mostrato interesse per la possibilità di un ritorno della piattaforma, ritenendo l'exchange un "business redditizio".

Nei commenti rilasciati a Cointelegraph, Leigh Travers, CEO di Binance Australia, ha affermato che sarà difficile per FTX ottenere di nuovo una licenza, soprattutto perché il settore sta entrando in un nuovo anno con una maggiore regolamentazione e supervisione da parte dei regolatori.

Travers ha anche osservato che dopo la chiusura, gli utenti di FTX sono migrati "verso altre piattaforme, come Binance". Si è chiesto se questi utenti "si sentiranno sicuri a tornare".

Inoltre, ha affrontato la questione della governance e dei controlli di FTX, sottolineando che gli amministratori hanno condiviso i dettagli di alcuni clienti sottoposti a un "trattamento preferenziale", comprese le "back door switches". Travers ha osservato:

"Come faranno gli utenti a sentirsi a proprio agio nel tornare su una piattaforma che ha trattato alcuni clienti come fossero di seconda classe?".

Secondo Liam Hennessy, avvocato specializzato in asset digitali e partner dello studio legale australiano Gadens, sarebbe "molto difficile" per FTX — visto il danno reputazionale e la mancanza di fiducia — convincere i clienti o gli investitori ad "avvicinarsi di nuovo a loro".

Hennessy è anche scettico sul fatto che FTX possa nuovamente ottenere l'approvazione per una licenza, affermando che si tratta di "un grande punto interrogativo" che dipende interamente dalle giurisdizioni.

L'avvocato ritiene che in alcune giurisdizioni offshore, sarà più facile per l'exchange ottenere l'approvazione della licenza, ma sarà inutile se i suoi utenti non intendono tornare.

"Superare gli ostacoli che le principali giurisdizioni imporranno, come gli Stati Uniti, il Regno Unito e l'Australia, sarà una sfida seria".

Correlato: FTX ha recuperato oltre 5 miliardi di dollari in contanti e criptovalute liquide

Nel frattempo, Aaron Lane, docente senior di diritto presso la RMIT University Blockchain Innovation Hub, ha dichiarato a Cointelegraph che "non è sorprendente" che FTX prenda in considerazione il rilancio dell'exchange, affermando che questo è lo scopo del processo Chapter 11: dare all'azienda la possibilità di proporre un piano per gestire l'attività e ripagare i creditori "nel corso del tempo con l'approvazione del tribunale".

Ritiene che "l'onere sarà a carico di FTX" o di un creditore che presenta un piano concorrente, dimostrare che gli stessi otterranno un "risultato migliore" con il piano di rilancio rispetto alla liquidazione degli asset.

Lane, tuttavia, ha espresso dubbi sul fatto che i clienti si fideranno di nuovo di FTX, affermando che è possibile che un'altra azienda che desidera lanciare un nuovo exchange "sfrutti questi asset" piuttosto che sviluppare la propria interfaccia da zero.