Il gigante tecnologico giapponese Fujitsu ha depositato una domanda di trademark presso il Patent and Trademark Office (USPTO) degli Stati Uniti, rivelando la sua intenzione di offrire servizi di brokeraggio per il trading di criptovalute, oltre ad altri servizi finanziari cripto e non cripto.

Secondo il documento ufficiale depositato il 16 Marzo, la domanda di trademark di Fujitsu mira a registrare un nuovo marchio che "consiste nella parola stilizzata FUJITSU con un vortice a forma di s sopra la J e la I". Il marchio è dedicato all'offerta di servizi finanziari, tra cui l'accettazione di depositi, il finanziamento di prestiti, la gestione finanziaria e lo scambio di crypto asset.

Depositata la domanda di trademark di Fujitsu per il logo. Fonte: tsdr.uspto.gov

L'immagine qui sopra rappresenta il logo aggiornato che Fujitsu intende depositare per i servizi. Inoltre, il trafiletto sottostante fornisce una panoramica dei servizi che Fujitsu ha comunicato all'USPTO, insieme alla richiesta di trademark.

Domanda di trademark di Fujitsu per i servizi crypto. Fonte: tsdr.uspto.gov

Il crescente interesse di Fujitsu per il settore è diventato evidente quando a Febbraio ha lanciato una piattaforma di accelerazione Web3 per startup e aziende partner. La piattaforma ha come obiettivo quello di supportare la creazione di un ecosistema diversificato di applicazioni Web3 con diversi casi d'uso, come la gestione dei diritti dei contenuti digitali, le transazioni commerciali, i contratti e i processi.

All'inizio del 2023, i regolatori finanziari del Giappone hanno sollecitato le autorità di regolamentazione internazionali a introdurre regole bancarie più severe per il settore delle criptovalute.

È stato pubblicato l'avviso "Gestione degli asset dei clienti presso la nostra azienda (a partire dal 16 Gennaio)". Clicca qui.  https://t.co/Y9D2RQAsgB

— FTX Japan (@FTX_JP) January 16, 2023

Mamoru Yanase, vicedirettore generale del Financial Services Agency's Strategy Development and Management Bureau, ha riconosciuto che il problema non sono le criptovalute.

"Ciò che ha portato all'ultimo scandalo non è la tecnologia crittografica in sé", ha dichiarato, aggiungendo che la colpa è da attribuire a "una governance debole, a controlli interni poco rigorosi e all'assenza di regolamentazione e supervisione".

Traduzione a cura di Matteo Carrone