Garry Kasparov, il noto scacchista russo che nel 1996 sfidò il supercomputer di IBM "Deep Blue", ha affermato che criptovalute e tecnologia blockchain rappresentano una soluzione alla domanda di maggiore privacy nei mercati finanziari.

Durante una recente intervista con Forbes, Kasparov ha elogiato i numerosi aspetti positivi delle criptovalute. A suo parere infatti questi strumenti offrono ai singoli maggiore controllo sul proprio denaro, il quale viene solitamente regolato "dallo Stato, da corporazioni o da enti di terze parti."

"La cosa buona di Bitcoin è che si conosce esattamente il numero... il numero magico di 21 milioni", ha dichiarato Kasparov, facendo riferimento al numero massimo di Bitcoin (BTC) che potranno mai essere estratti dai miner. "Ma quando si guarda all'altra parte, alla Fed per esempio, non sai mai quanti miliardi di miliardi di dollari appariranno domani sul mercato, danneggiando i tuoi risparmi."

Kasparov è anche presidente della Human Rights Foundation, un'associazione che fa uso di tecnologia e innovazioni digitali per proteggere coloro le cui libertà vengono minacciate. A suo parere, le criptovalute come Bitcoin rappresentano una "scelta logica" per contrastare le violazioni della privacy e dei diritti umani:

"Penso che il costante aumento della popolarità di Bitcoin e delle altre criptovalute, nonché del concetto di tecnologia blockchain, sia inevitabile. È una risposta al passaggio del potere dagli individui agli Stati o ad altre istituzioni, che possono agire sulla nostra privacy senza il nostro consenso."

Scacchi e blockchain

A giugno di quest'anno, una partita a scacchi tra il grande maestro Sergey Karjakin e Silvio Micali, fondatore di Algorand, è stata registrata su blockchain.

Proprio come Kasparov, anche Kajakin ha espresso interesse nei registri distribuiti: ha anche svelato di possedere alcune criptovalute.