L’organizzatore The Robin Hood Group, che in passato ha rubato il 10% di tutti gli ETH in circolazione da sotto il naso di un hacker black hat, vuole cambiare il modo in cui pensiamo alla beneficenza.

Griff Green, ex ingegnere chimico 36enne, ha convertito i suoi risparmi in metalli preziosi, che ha usato per girare il mondo per anni prima di stabilirsi come missionario di Bitcoin in Ecuador. Ha guidato una guerra di white hat hacker contro il famigerato black hat hacker di The DAO, e organizza eventi crypto durante il festival Burning Man per diffondere il verbo delle criptovalute, vestito da Babbo Natale in sella a un enorme Doge di metallo.

La sua prossima grande missione, con le iniziative di beneficenza blockchain Giveth e Commons Stack, è quella di trasformare il gioco dell’economia in un sistema in cui le donazioni si trasformano in investimenti che possono persino portare un profitto al donatore.

Il master delle DAO

Il 17 giugno 2016 ha visto un evento cruciale per le criptovalute: è stato il giorno in cui The DAO è stata hackerata. The DAO era probabilmente la prima grande organizzazione autonoma decentralizzata, che a maggio 2016 ha raccolto il 14% di tutti gli Ether in circolazione da oltre 11.000 investitori. Funzionava come un venture fund gestito dagli investitori, in cui i possessori di token potevano votare su proposte di investimento.

Tuttavia, un hacker ha scovato un exploit che consentiva di prosciugare progressivamente i fondi dagli account di The DAO. Green ha organizzato rapidamente il suo collettivo di hacker white hat, The Robin Hood Group, per lanciare una controffensiva.

L'hacker white hat e filantropo Griff Green
L’hacker white hat e filantropo Griff Green. Fonte: Supplied

Una settimana più tardi, Green era tra i primi nove laureati nel Master’s in Digital Currency dell’Università di Nicosia. Era stato assunto da Slock.it, una società di sviluppo su Ethereum, come community manager responsabile per l’organizzazione e l’educazione della comunità di The DAO.

Green si è precipitato in un canale su Slack dedicato agli investitori in The DAO, implorandoli di non farsi prendere dal panico mentre il suo team si affrettava a prosciugare quanto rimasto nelle riserve del progetto prima che potessero farlo gli hacker. Nel frattempo, ha incoraggiato gli utenti a spammare il network il più possibile per rallentarlo e aumentare le gas fee, complicando le cose al vero hacker:

“The DAO è sotto attacco. Sta succedendo da 3-4 ore, stanno sottraendo Ethereum ad un ritmo elevato. Non è un’esercitazione. Dobbiamo spammare il network per preparare un contrattacco, tutte le menti più brillanti in Ethereum sono coinvolte.”

Allo stesso tempo, il suo team ha iniziato a replicare gli attacchi dell’hacker, prosciugando ETH dai wallet di The DAO prima che potesse farlo l’utente malintenzionato.

“Avevamo il 10% di tutti gli Ether esistenti.”

Stavamo correndo un grosso rischio,” ammette Green a proposito della legalità di rubare preventivamente decine di milioni di dollari in Ether per impedire all’hacker di fare la stessa cosa. In seguito all’hack, la blockchain di Ethereum è stata controversamente forkata per “tornare indietro nel tempo” fino a prima dell’incidente, ma Ethereum Classic è emerso come un token ancora valido. Questo significava che Green e il suo team possedevano effettivamente il 10% di tutti gli ETC.

Poco più tardi, cominciarono ad arrivare le minacce legali, sollecitando il gruppo a distribuire gli ETC sebbene “fossimo solo persone normali, non avevamo una compagnia,” racconta. Tutti i membri del team presero un aereo e “volarono in Svizzera per decidere la rappresentazione legale, ed era la prima volta che ci incontravamo tutti di persona.” Infine i fondi sono stati restituiti attraverso una DApp sviluppata dal team di Green.

Disco Doge
Se non hai girato per Burning Man su un enorme Disco Doge, puoi davvero dire di aver vissuto?

Circa un anno più tardi, a novembre 2017, il team ha avuto un simile successo recuperando 210 milioni di dollari dall’hack ai danni del wallet multisig di Parity. “Volevano dire a tutti, ‘Hey, indovinate un po’. Abbiamo rubato tutti questi soldi, ma potete fidarvi di noi perché abbiamo già restituito tutti i fondi di The DAO’,” racconta Green. Era tuttavia una situazione rischiosa per il team ormai pubblico, in quanto chiunque avrebbe potuto fare una ricerca su Google per trovare la loro posizione (e quella delle chiavi private). Quella notte, Green ha “dormito su un materasso con una mazza da baseball di fronte alla porta,” per paura che qualcuno arrivasse a rubare le chiavi con la forza.

Gli attacchi informatici non sono l’unico modo in cui Green ha corso rischi in nome dei suoi principi. Quando la regione autonoma della Catalogna ha cercato nel 2017 di votare per l’indipendenza dalla Spagna, Green si è recato a un seggio elettorale per fare da scudo umano e proteggere il processo di voto dalla “polizia che stava picchiando la gente per rubare le schede.” Questa esperienza ha convinto Green che la governance decentralizzata sulla blockchain può funzionare in modo efficiente solo se la gente è in grado di operare nodi propri senza affidarsi a internet provider centralizzati. Il risultato è stato DAppNode, che aiuta persone in tutto il mondo a creare un’infrastruttura peer-to-peer.

Griff Green
Green nel suo tipico completo da Babbo Natale discute di iniziative benefiche con il controverso filantropo Brock Pierce, a Burning Man 2018. Fonte: Elias Ahonen

Da ingegnere a evangelista Bitcoin in Ecuador

Green è nato a Spokane, Washington, dove si è diplomato a metà degli anni 2000. Era interessato alla progettazione di aerei e razzi ma ha deciso di non dedicarsi all’ingegneria meccanica dopo aver realizzato che gran parte del settore è orientato verso applicazioni militari. Nel 2003, ha iniziato a studiare ingegneria chimica presso l’Università di Washington.

Alla fine dei suoi studi, nel 2006, ha lavorato come stagista per la società biofarmaceutica Amgen, dove ha aiutato a “manipolare geneticamente cellule ovariche di criceti cinesi per produrre proteine umane,” racconta, descrivendolo come un “processo inquietante” in un laboratorio pieno di contenitori di sangue. In seguito, ha lavorato come assistente di ricerca presso la sua alma mater, trasformando alghe in carburante a emissioni zero.

Poco più tardi si è ritrovato “organizzatore di un movimento politico davvero bizzarro a Seattle” chiamato Save Our Sonics, che cercava di convincere il governo locale a impedire alla squadra dell’NBA della città, i Seattle SuperSonics, di trasferirsi in Oklahoma. I suoi sforzi sono terminati in modo deludente quando il sindaco “ha venduto comunque la squadra con un colpo di penna,” proprio mentre un giudice stava per esprimere un verdetto a favore della squadra. Questo evento ha lasciato Green con “una chiara idea dei movimenti politici sopraffatti e sconfitti” dalle élite corrotte.

Un altare a DOGE nel festival Burning Man. Fonte: Elias Ahonen

Nel 2007 Green è entrato in SNC-Lavalin, una grande società di costruzioni, ricoprendo il ruolo di process engineer. In questa posizione, si è trovato ad affrontare un “dilemma etico” legato all’obbligo di creare una struttura che scaricava acqua altamente acida nell’oceano in un paese con normative ambientali deboli. Ha “cercato di ritoccare i calcoli” per diminuire il livello di inquinamento e dare un po’ di tregua all’ecosistema oceanico. I suoi suggerimenti non vennero accettati, e “ora c’è una tubatura progettata da me che pompa schifo nell’oceano, e la cosa mi pesa molto,” afferma con un tono triste.

Quando arrivarono i licenziamenti nel 2008, aveva investito i suoi stipendi in oro e argento, in quanto poco prima aveva iniziato a “pensare che l’intero sistema fosse una cospirazione corrotta.” Ha comprato un camper con cui ha raggiunto Burning Man, un evento di controcultura organizzato ogni estate nel deserto del Nevada. Qualcosa di questa esperienza ha innestato in lui il desiderio di vedere il mondo, ed è quindi partito per un’avventura che non è mai finita, con i suoi metalli preziosi in tasca.

Ha viaggiato per il mondo, facendo il volontario in Ecuador e Colombia per il primo anno e in India e nel sud-est asiatico per il successivo, sempre tornando a “casa” al festival Burning Man ad agosto. In questo periodo, ha scoperto Bitcoin e ne ha comprato un po’ con 3.000$ in oro.

Nel 2013, i suoi BTC “sono arrivati a 24.000$, ero abituato a vivere davvero economicamente, spendere 3$ a notte in ostelli con docce fredde,” racconta. Green ha compreso il potenziale e divenne talmente ossessionato da Bitcoin che disse alla sua ragazza “sei fantastica, ma Bitcoin mi piace di più e sto per andare in Ecuador, diventerò l’Andreas Antonopoulos ecuadoriano,” riferendosi al desiderio di portare la criptovaluta nel paese di cui si era innamorato durante i suoi viaggi.

“Ero ossessionato. La mia ragazza si è ingelosita, ci siamo lasciati perché era gelosa di Bitcoin.”

In Ecuador, Green ha girato diverse unità, entrando in classi di informatica a caso per fare una presentazione su Bitcoin e insegnare a tutti come creare un wallet a cui avrebbe inviato in seguito una piccola somma chiedendo a ognuno di trovare altre tre persone a cui inviare una frazione delle sue monete.

Bussavo alla porta della classe senza preavviso dicendo ‘hey, voglio dare a tutti in questa classe un po’ di Bitcoin e spiegare cos’è.’ Direi che cinque volte su sette mi lasciavano entrare,” racconta Green ridendo. Poco più tardi, però, ha visto che l’Ecuador stava per vietare Bitcoin, quindi ha abbandonato il suo ruolo di missionario. “Dovevo andarmene,” spiega.

Lo striscione di Griff Green durante Burning Man, caratterizzato dal cammello di Silk Road e un’iconografia religiosa in cui Doge sostituisce Gesù
Lo striscione di Griff Green durante Burning Man, caratterizzato dal cammello di Silk Road e un’iconografia religiosa in cui Doge sostituisce Gesù.

Il principio del donare

Green organizza DECENTRAL e DOGECENTRAL, due campi a tema crypto tenuti durante Burning Man, un festival della durata di 10 giorni fondato su 10 principi tra cui l’inclusione, la donazione, l’autosufficienza e la responsabilità civica. Con questi campi, Green mira a “costruire un ponte tra la comunità di Burning Man e la comunità crypto per consentire uno scambio di idee e cultura,” cosa che a suo avviso “può cambiare il mondo in qualche modo.” Le due comunità hanno molto in comune come movimenti di critica sociale, ma tendono verso estremi opposti per quanto riguarda la filosofia economica.

Influenzato dalle sue esperienze in attivismo politico e ingegneria, Green è critico nei confronti dell’iper-capitalismo che vede nel settore delle criptovalute. “Se tutto quello che conosci è il capitalismo, non farai altro che fare il capitalismo meglio, e non credo sia necessariamente la cosa giusta. Tuttavia, c’è questa economia del dono!” spiega, facendo riferimento al cosiddetto “principio del donare” di Burning Man, in cui il denaro e qualsiasi forma di commercio o baratto sono vietati.

“L’obiettivo è dire, ‘Wow! Guarda cos’è davvero l’economia, facciamo un passo oltre il capitalismo e iniziamo a capire come possiamo coordinare la produzione di valore’.”

Green considera le economie dei semplici giochi: è possibile giocare da capitalista per avvantaggiare sé stessi, oppure giocare per il bene degli altri. Questo desiderio di creare un contesto economico che premia la gente che fa il bene della società l’ha ispirato a fine 2016 a creare la piattaforma di beneficenza crypto Giveth: “E se integrassimo i valori e la cultura come parte del sistema economico?

Attualmente, Giveth funge da “piattaforma per donazioni trasparenti e tracciabili” in cui chiunque può monitorare come vengono spesi i fondi donati. “Direi che è simile a un Indiegogo per le donazioni,” spiega Green. Nei prossimi mesi, ci sono piani per rilasciare un governance token, da distribuire a tutti i donatori in base ai loro contributi sulla piattaforma. Questi governance token potrebbero funzionare in modo simile a detrazioni fiscali, in cui gli utenti ricevono indietro del denaro sulle donazioni realizzate.

Commons Stack, uno spinoff di Giveth co-fondato da Green, sta creando un “framework generico per le economie no-profit” consentendo ai donatori di investire efficacemente in token legati alla beneficenza. “Se più persone comprano il token perché credono che questa economia no-profit creerà valore, i primi sostenitori guadagneranno denaro come avviene nel mercato azionario,” spiega Green. Ovviamente, è perfettamente possibile che i donatori non riceveranno mai tutti i loro soldi indietro, ma secondo Green non è un problema dato che “l’altra opzione è una perdita del 100%” sui fondi donati:

“Ogni economia è un gioco. Le regole del gioco determinano il tuo punteggio, e il tuo obiettivo e ottenere un punteggio alto. Quando giochi al ‘gioco dell’economia americana,’ cerchi di accumulare più denaro possibile. Ma quando giochi al ‘gioco dell’aiutare gli orfani,’ cerchi di aumentare il tuo punteggio aiutando gli orfani.”