Reuters ha rilasciato oggi, 13 febbraio, un articolo che tratta dei dieci investitori che intenteranno una causa alla Corte Distrettuale di Tokyo giovedì 15 febbraio, a seguito della scelta dell'exchange Coincheck di congelare i prelievi di criptovalute.

L'exchange giapponese aveva infatti bloccato i prelievi dopo aver perso 530 milioni di dollari in NEM durante l'attacco hacker del mese scorso.

L'avvocato dell'accusa, Hiromu Mochizuki, è stato intervistato da Reuters e ha dichiarato che la causa servirà a richiedere che Coincheck permetta agli investitori di rititare le proprie criptovalute in un wallet esterno. L'exchange potrebbe inoltre aspettarsi una seconda causa per i danni ricevuti a seguito dell'attacco.

Il 12 febbraio Mochizuki ha poi tweetato che, avendo Coincheck finalmente sbloccato i prelievi in yen, una delle quattro cause può considerarsi risolta:

Il 27 gennaio, un giorno dopo l'attacco, Coincheck aveva rivelato l'intenzione di rimborsare i clienti colpiti dal furto di NEM.

La Financial Services Agency (FSA) giapponese ha condotto un'indagine su Coincheck lo scorso 2 febbraio, prima ancora che scadesse il limite di tempo perché l'exchange stesso inviasse un rapporto che spiegava le dinamiche dell'hackeraggio e come avesse intenzione di migliorare la propria sicurezza così da prevenire un attacco simile in futuro. A seguito dell'evento, è stato richiesto a tutti gli altri exchange del Giappone di inviare un documento di gestione dei rischi all'FSA.

Il Giappone è in prima linea tra i governi che hanno deciso di accettare le criptovalute. Il Paese ha riconosciuto il Bitcoin come metodo legale di pagamento già ad aprile del 2017 e regola attivamente il mercato rilasciando licenze agli exchange da settembre 2017.

L'atteggiamento di apertura del Giappone verso criptovalute e le relative regolamentazioni potrebbe essere dovuto al timore che possa ripetersi un attacco simile a quello di Mt. Gox del 2014, quando circa 480 milioni di dollari vennero perduti dall'ormai defunto exchange giapponese. L'attacco a Coincheck è al momento l'hackeraggio più grande dopo quello di Mt. Gox.