Sono davvero passati solo dodici anni dal 31 ottobre 2008, il giorno in cui Satoshi Nakamoto ha pubblicato un modesto documento da nove pagine per descrivere un nuovo sistema di pagamenti online chiamato “Bitcoin”? A seconda dei punti di vista, quel white paper pseudonimo (il cui autore, o autori, rimane sconosciuto), ha innescato una rivoluzione fintech o, come crede qualcuno, “la più grande truffa della storia.

Per celebrare l’anniversario della pubblicazione di “Bitcoin: A Peer-to-Peer Electronic Cash System,” Cointelegraph ha invitato diversi esperti a commentare la visione duratura del suo autore. Satoshi Nakamoto sarebbe contento di come Bitcoin e la tecnologia blockchain si sono sviluppati ed evoluti negli ultimi 12 anni?

James Angel, professore associato presso la McDonough School of Business della Georgetown University, ha spiegato a Cointelegraph:

“Ha messo in moto una rivoluzione finanziaria con l’avvento delle app DeFi, gli smart contract e le offerte di token, oltre a una rivoluzione dei pagamenti che sta portando alle Central Bank Digital Currency.”

Gina Pieters, docente nella facoltà di economia dell’Università di Chicago, ha commentato:

“Sarebbe felice di vedere l’evoluzione e le nuove applicazioni della sua visione.”

L’influenza del white paper di Bitcoin (BTC) si spinge ben oltre la finanza secondo Garrick Hileman, direttore della ricerca presso Blockchain.com:

“Il suo impatto merita la stessa considerazione di altre grandi innovazioni tecnologiche, come il personal computer e Internet.”

Satoshi rimarrebbe deluso?

La visione di Satoshi riguardava un sistema di denaro digitale P2P, o decentralizzato, come indicato nel titolo del white paper. Il problema con il commercio digitale stava nel contare esclusivamente su “istituzioni finanziarie come terzi parti fidate per elaborare i pagamenti elettronici,” ha scritto Satoshi. Questo meccanismo presentava delle debolezze intrinseche. Le transazioni potevano essere invertite, le banche dovevano mediare le dispute e i costi di transazione erano elevati. La soluzione di Satoshi viene descritta nel secondo paragrafo dell’introduzione del white paper:

“È necessario un sistema di pagamento elettronico basato su prova crittografica invece che sulla fiducia, che consenta a due controparti qualsiasi di negoziare direttamente tra loro senza la necessità di una terza parte di fiducia.”

Nei 12 anni trascorsi dalla pubblicazione del documento, la necessità di transazioni P2P, senza terze parti che interferiscano, è diventata una convinzione profonda tra gli appassionati di Bitcoin. Riflettendoci, però, possiamo dire che questo aspetto della visione di Satoshi sia stato realizzato? David Yermack, professore di finanza presso la Leonard N. Stern School of Business dell’Università di New York, ha spiegato a Cointelegraph:

“Credo che la più grande fonte di delusione per Nakamoto sia la crescente centralizzazione della governance blockchain in entità come mining pool e persino banche centrali, che si preparano a lanciare le proprie criptovalute. La missione di Nakamoto era sfidare l’egemonia di queste istituzioni, e paradossalmente sembra che i maggiori emittenti di valute digitali saranno le stesse banche centrali.”

Angel ha commentato: “Satoshi rimarrebbe allibito dalle politiche delle mining pool concentrate che attualmente dominano il protocollo di Bitcoin.” Invece, Pieters ha aggiunto che Satoshi resterebbe deluso dal fatto che “le principali transazioni di Bitcoin non avvengono tramite scambi peer-to-peer, ma vengono intermediate da compagnie o exchange centralizzati.

Contrastare la frode

La questione della frode nelle transazioni digitali ha sempre aleggiato sul settore, e il white paper di Bitcoin ha proposto un modo per risolvere l’annoso problema della “doppia spesa,” in cui i criminali spendono la stessa moneta due volte, impresa non molto complicata con le valute elettroniche. La soluzione comprendeva un “server di marcatura temporale distribuito peer-to-peer per generare la prova computazionale dell'ordine cronologico delle transazioni.” In questo modo, ha spiegato Satoshi, “le transazioni computazionalmente impraticabili da invertire proteggerebbero i venditori dalle frodi.

Risolvere il problema della doppia spesa è considerato oggi uno dei successi più grandi di Satoshi. La blockchain di Bitcoin non è mai stata hackerata (anche se lo stesso non si può dire per i molti crypto exchange su cui vengono negoziati BTC). Nonostante ciò, la frode associata ai pagamenti digitali non è stata espulsa dal sistema. Questo avrebbe sconcertato il fondatore di Bitcoin?

Angel sostiene che Satoshi “sarebbe rimasto deluso scoprendo che Bitcoin non è diventato un mezzo di pagamento per le spese di tutti i giorni quanto piuttosto una riserva di valore per ricconi timorosi ed evasori fiscali.” Inoltre, Satoshi avrebbe “disapprovato l’aumento delle disuguaglianze creato dalla storia di Bitcoin, con pochi early adopter diventati whale e il restante 99,99999% della popolazione come nullatenenti.” Comunque, possiamo supporre che il creatore di Bitcoin, che sia uomo, donna o gruppo, sarebbe rimasto meravigliato dalla portata dell’adozione di BTC, come sottolineato da Yermack:

“Nakamoto sarebbe sbalordito dalla crescita dei progetti blockchain e dalle migliaia di monete e token digitali che sono stati creati a immagine di Bitcoin. Una suggestiva testimonianza sta nel fatto che nel 2010 Nakamoto ha fissato le dimensioni dei blocchi sulla blockchain di Bitcoin a 1MB, commentando misteriosamente che ‘possiamo sempre incrementarlo più tardi quando necessario.”

Non aveva la più pallida idea che la blockchain sarebbe diventata sovraccarica nel giro dei cinque o sei anni successivi, ha continuato Yermack, “e che un controverso dibattito, ancora irrisolto, sarebbe scoppiato tra diversi sostenitori di Bitcoin sul modo migliore per ampliare ulteriormente la capacità della blockchain.

Negli ultimi 12 anni, gran parte del codice software originale di Satoshi è stato alterato o sostituito, ha aggiunto Hileman, ma Bitcoin ha comunque mantenuto le sue qualità fondamentali, inclusa “l’offerta limitata a 21 milioni di monete, l’accesso aperto e la resistenza alla censura/manipolazione. Credo che Satoshi sarebbe soddisfatto delle ottimizzazioni software e miglioramenti in corso per queste importanti caratteristiche di base che continuano ancora oggi.

Satoshi era un ambientalista?

Anche se il white paper parla molto delle commissioni di transazione, potenza CPU, nodi di rete, catene proof-of-work e persino il problema della Rovina del Giocatore (Gambler’s Ruin), non si dilunga sul mondo in generale, incluso l’ambiente. Angel sostiene che Satoshi rimarrebbe scioccato dal danno ambientale causato dalla competizione nel mining di Bitcoin, aggiungendo:

“All'hash rate ed efficienza di mining attuali, il mining di Bitcoin sta consumando circa sette gigawatt di elettricità, l’equivalente a sette centrali di Chernobyl.”

Sebbene si conosca poco delle idee politiche di Satoshi, la sua creazione, sotto forma della prima blockchain crypto, sarebbe disturbata anche dall’idea delle Central Bank Digital Currency, e in alcuni casi “queste valute sono progettate per consentire a governi oppressivi di attuare una sorveglianza e un controllo ancora maggiore sulle popolazioni,” ha aggiunto Angel.

Concentrandosi sul white paper, Franklin Noll, storico monetario e presidente di Noll Historical Consulting, ha spiegato a Cointelegraph:

“Il suo obiettivo era abilitare transazioni rapide, anonime, a basso costo, non mediate e irreversibili. Finora, le transazioni di Bitcoin, e di molte altre blockchain, non si sono rivelate particolarmente rapide, anonime o a basso costo.”

Credo che Satoshi vorrebbe vedere un maggiore uso di wallet non-custodial per conservare e scambiare Bitcoin,” ha commentato Hileman, spiegando come le società depositarie che gestiscono chiavi crittografiche private per conto di chi possiede Bitcoin “assomigliano alle banche tradizionali.” Inoltre, crede che “Satoshi non fosse un fan degli intermediari finanziari di terze parti.

Qual è l’eredità di Satoshi?

Dopo poco più di un decennio, qual è il significato del white paper di Satoshi Nakamoto? Nel settore della finanza, “ha incentivato le società finanziarie e le banche centrali a dare priorità alla valutazione delle proprie tecnologie, considerando sia una maggiore digitalizzazione che piattaforme digitali sempre attive,” ha affermato Pieters, proseguendo:

“In alcuni casi, come le nuove ricerche sulle CBDC, questo ha portato a esplorazioni di nuovi sistemi, sebbene non coinvolgano direttamente l’adozione della tecnologia blockchain.”

Bitcoin e la blockchain hanno cambiato radicalmente il mondo monetario,” ha aggiunto Noll. “Termini come proof-of-work, tecnologia a registro distribuito, finanza decentralizzata, denaro programmabile e smart contract fanno ora parte del lessico di chiunque sia seriamente interessato al futuro della moneta e della finanza.

Hileman ha aggiunto:

“Inoltre, stiamo solo iniziando a capire il potenziale impatto della tecnologia blockchain in ambiti esterni alla finanza, come l’identità digitale, affrontare il problema delle notizie false e della frode elettorale.”

La pubblicazione del documento nel 2008 da parte di Nakamoto è stata un’importante svolta per la rendicontazione finanziaria,” ha spiegato Yermack di NYU. “Stiamo solo iniziando a comprenderne le ramificazioni, ma sembrano essere vaste.

Un documento sorprendentemente modesto

Il lettore non troverà la parola “rivoluzione” nel documento di Satoshi. Non si parla da nessuna parte di sovvertire l’ordine economico o colmare il divario tra ricchi e poveri. È un trattato senza pretese sui pagamenti elettronici, che spiega come creare un sistema in cui funzionino efficacemente.

Alle sue condizioni, Satoshi ha raggiunto un enorme successo. Ha promesso un sistema di pagamento digitale P2P funzionale, e ha mantenuto la sua parola. Il valore di mercato di Bitcoin ammonta a 255 miliardi di dollari 12 anni dopo la presentazione dell’idea.

Che Bitcoin stia anche danneggiando l’ambiente, aiutando i riciclatori di denaro o sostenendo regimi politici esula dal suo documento. Possiamo dire che la decentralizzazione economica continua a presentare sfide di governance. Quanto “peer-to-peer” vuole davvero la società? La comunità globale dovrà decidere.

A dodici anni dalla pubblicazione di “Bitcoin: A Peer-to-Peer Electronic Cash System,” occorre ricordare che “come si suol dire, le rivoluzioni non sempre vanno come pianificato dai fondatori,” ha spiegato Noll a Cointelegraph.