Attivisti per i diritti umani provenienti da venti Paesi hanno inviato una comunicazione al Congresso degli Stati Uniti a sostegno di una "politica crypto responsabile", elogiando Bitcoin e le stablecoin come strumenti essenziali per incentivare la democrazia e la libertà di decine di milioni di persone.
La lettera giunge appena una settimana dopo l'invio al Congresso di una comunicazione anti-crypto, che si spacciava per una lettera della comunità scientifica, ma le cui firme principali includevano noti critici delle criptovalute e autori provenienti da Paesi democratici e ad alto reddito.
Il gruppo di ventuno attivisti che hanno risposto alla lettera include persone provenienti da paesi che sono stati teatro di recenti conflitti o con economie instabili, come Ucraina, Russia, Iraq, Nigeria, Venezuela, Cuba e persino Corea del Nord. La lettera riporta:
"Scriviamo per sollecitare un approccio aperto ed empatico nei confronti degli strumenti monetari che sempre più spesso svolgono un ruolo nella vita delle persone che affrontano la repressione politica e le difficoltà economiche".
Aggiungono di essere sostenitori della democrazia e di aver utilizzato Bitcoin (BTC) per assistere persone a rischio "quando altre opzioni hanno fallito", con il fine di difendere il sistema monetario aperto.
Il gruppo afferma di essersi affidato a Bitcoin e alle stablecoin nella "lotta per la libertà e la democrazia" e che "decine di milioni di altre persone" che vivono sotto regimi autoritari o in economie instabili utilizzano le criptovalute per lo stesso motivo.
"Bitcoin e le stablecoin offrono un accesso libero all'economia globale per le persone in paesi come la Nigeria, la Turchia o l'Argentina, dove le valute locali stanno crollando, sono fallite o sono tagliate fuori dal mondo esterno".
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Il gruppo ha fornito diversi esempi da tutto il mondo di come le criptovalute stiano aiutando le persone, citando esempi di Cuba, Afghanistan, Venezuela e Nigeria che hanno visto un'elevata adozione di criptovalute a causa dell'inflazione o della mancanza di un'adeguata infrastruttura finanziaria.
Le criptovalute hanno inoltre "aiutato a mantenere a galla la lotta contro l'autoritarismo", ha aggiunto il gruppo, fornendo un esempio del ruolo svolto dalle criptovalute quando i sistemi finanziari sono crollati dopo l'invasione russa dell'Ucraina di febbraio 2022.
Gli attivisti hanno preso di mira la "lettera anti-crypto" indirizzata al Congresso il 1° giugno, presumibilmente sostenuta da 1.500 scienziati e ingegneri informatici, che chiedeva al Congresso di evitare di creare un "rifugio normativo sicuro per questi strumenti finanziari digitali rischiosi, imperfetti e non provati". Tra i firmatari principali figurano critici professionisti o di lunga data delle criptovalute come David Gerard, Molly White e Stephen Diehl.
La coalizione per i diritti umani ha affermato che quasi tutti gli autori della lettera provengono da Paesi con "valute stabili, libertà di parola e forti diritti di proprietà" e molto probabilmente non hanno sperimentato l'iperinflazione o "la fredda morsa della dittatura".
"Gli orrori del colonialismo monetario, della politica finanziaria misogina, dei conti bancari congelati, dello sfruttamento delle società di rimesse e dell'incapacità di connettersi all'economia globale potrebbero essere idee remote [per chi si trova in Occidente]. Per la maggior parte di noi e delle nostre comunità – e per la maggioranza delle persone in tutto il mondo – sono realtà quotidiane. Se ci fossero "soluzioni di gran lunga migliori già in uso" per superare queste sfide, lo sapremmo".
La campagna è stata organizzata dal crypto think-tank Bitcoin Policy Institute e tra i firmatari della lettera figurano attivisti della Feminist Coalition (Nigeria), Anti-Corruption Foundation (Russia), Belarus Solidarity Foundation (Bielorussia), Ideas Beyond Borders (Iraq), Digital Citizen Fund (Afghanistan) e, in particolare, del grande maestro di scacchi russo e presidente della Human Rights Foundation Garry Kasparov.
Il gruppo per i diritti umani ha riconosciuto la proliferazione di crypto truffe, ma ha affermato che confondere prodotti FinTech utili con questi schemi non è la soluzione e che la formazione in materia sia necessaria per fare le dovute distinzioni.
"Ci auguriamo che lei e i suoi colleghi non elaboriate o attuiate politiche che ostacolino la nostra capacità di utilizzare queste nuove tecnologie nel nostro lavoro umanitario e per i diritti umani... Ci auguriamo che scegliate un percorso politico diverso, che ci permetta di risparmiare, connetterci e ottenere maggiore libertà".