Un'indagine on-chain condotta dal ricercatore crypto Eye è riuscita a collegare la misteriosa whale di Hyperliquid, in possesso di oltre 100.000 BTC, a Garrett Jin, ex CEO di BitForex, un exchange ormai dismesso coinvolto in uno scandalo di frode.
In un post pubblicato sabato su X, l'investigatore on-chain ha rilevato come il wallet principale della whale, ereignis.eth, fosse connesso a un altro nome ENS, garrettjin.eth, che conduce direttamente all'account X (Twitter) verificato di Jin, @GarrettBullish.
“Il nome ENS ereignis.eth (‘evento’ in tedesco) conferma il suo legame con tale wallet, identificandolo come l’operatore responsabile delle operazioni su larga scala su Hyperliquid/Hyperunit”, spiega Eye su X.
L'attività del wallet corrispondeva anche alle note transazioni commerciali di Jin, compresi i trasferimenti a contratti di staking e indirizzi finanziati da exchange con cui ha intrattenuto rapporti in passato, come Huobi (HTX).
Inoltre, il wallet della whale ha ricevuto e inviato fondi che risalgono ad indirizzi collegati a BitForex e a depositi Binance impiegati per eseguire operazioni di trading su larga scala, tra cui una posizione short su Bitcoin (BTC) del valore di 735 milioni di dollari.
BitForex accusato di frode
Jin ha diretto BitForex dal 2017 al 2020. L'exchange è stato successivamente accusato di aver falsificato i volumi di trading e segnalato dall'Agenzia dei servizi finanziari giapponese per aver operato senza registrazione.
Nel 2024, BitForex ha smarrito 57 milioni di dollari dai suoi hot wallet, bloccato i prelievi e infine chiuso dopo che il suo team è stato arrestato in Cina. La SFC di Hong Kong ha successivamente emesso un avviso per sospetta frode e gli utenti hanno reclamato milioni di fondi non recuperati.
Dopo il crollo di BitForex, Jin ha fondato diverse iniziative, tra cui WaveLabs VC (2020), TanglePay (2021), IotaBee (2022) e GroupFi (2023). La maggior parte di questi progetti è poi risultata inattiva.
Nel 2024 ha lanciato XHash.com, una piattaforma per lo staking istituzionale di Ethereum, che secondo gli investigatori potrebbe essere stata utilizzata per accogliere fondi di dubbia provenienza. A seguito delle accuse, Jin avrebbe rimosso XHash dalla sua biografia sui social media, sebbene rimanga visibile sul suo account Telegram.
Non tutti ne sono convinti
L'analista crypto Quinten François ha espresso scetticismo riguardo le affermazioni relative al collegamento tra la whale di Hyperliquid e l'ex CEO di BitForex, sostenendo che le prove possano essere fin troppo comode.
“Perché dovresti disporre di un nome .eth che rimanda al tuo handle X in un wallet direttamente collegato a wallet utilizzati per manipolazioni di mercato e altri reati?”, scrive su X, aggiungendo che una configurazione del genere “suona troppo elementare per risultare verosimile”.