Ad ulteriore conferma della decisione dell'India di introdurre una moneta digitale emessa dalla banca centrale (CBDC) tra il 2022 e 2023, la Reserve Bank of India (RBI) ha proposto un approccio graduale suddiviso in tre fasi, con "poche o nessuna interruzione" del sistema finanziario tradizionale.

A febbraio, durante la discussione del bilancio per il 2022, il ministro delle Finanze indiano Nirmala Sitharaman ha discusso circa il lancio di una rupia digitale, al fine di dare un "grande impulso" all'economia digitale. Nel rapporto annuale pubblicato venerdì dalla banca centrale indiana, la RBI ha rivelato di aver esplorato i pro e i contro dell'introduzione di una CBDC.

Nel rapporto, la RBI ha sottolineato la necessità che la CBDC indiana sia conforme agli obiettivi dell'India in materia di "politica monetaria, stabilità finanziaria e operazioni efficienti della valuta e dei sistemi di pagamento".

Sulla base di tale esigenza, la RBI sta attualmente esaminando i vari elementi di progettazione di una CBDC che possa coesistere all'interno del sistema fiat esistente senza causarne interruzioni. La legge finanziaria indiana del 2022, che ha imposto l'introduzione di una cryptotassa del 30% sui guadagni non realizzati, fornisce anche un quadro giuridico per il lancio di una rupia digitale:

"La Reserve Bank propone di adottare un approccio graduale all'introduzione delle CBDC, procedendo per gradi attraverso le fasi di Proof of Concept, test pilota e il successivo lancio".

A metà 2022, nella fase di proof of concept, la RBI sta verificando la fattibilità del lancio di una CBDC.

Il 17 maggio, alcuni funzionari della RBI avrebbero messo in guardia dall'adozione delle criptovalute, citando i rischi di "dollarizzazione" dell'economia indiana.

Come riportato da Cointelegraph sulla base dei risultati dell'Economic Times, alcuni funzionari chiave della RBI, tra cui il governatore Shaktikanta Das, hanno espresso preoccupazioni riguardo al mondo delle criptovalute, dominato dal dollaro statunitense. Un funzionario anonimo avrebbe dichiarato:

"Quasi tutte le criptovalute sono denominate in dollari ed emesse da entità private straniere: ciò potrebbe alla fine portare alla dollarizzazione di una parte della nostra economia, il che sarebbe contro l'interesse sovrano del Paese".

"La criptovaluta comprometterà seriamente la capacità della RBI di determinare la politica monetaria e di regolare il sistema monetario del Paese", ha concluso.