Un nuovo sondaggio, commissionato dalla compagnia di assicurazioni per crypto asset Evertas, ha rivelato che in futuro gli investitori istituzionali intendono aumentare significativamente le proprie scommesse su Bitcoin (BTC) e altri asset digitali.

Dopo aver raccolto le risposte di 50 investitori istituzionali che gestiscono collettivamente oltre 78 miliardi di dollari in asset negli Stati Uniti e nel Regno Unito, una conclusione è risultata particolarmente interessante: il 26% dei partecipanti crede che fondi pensionistici, assicuratori, family office e fondi sovrani aumenteranno “drasticamente” la propria esposizione alle criptovalute.

Il 64% dei partecipanti è convinto che l’aumento delle interazioni sarà moderato, e il gruppo prevede inoltre che gli hedge fund saranno coinvolti più attivamente nelle crypto. Secondo il 31% degli intervistati, gli hedge fund incrementeranno drasticamente gli investimenti nel settore crypto.

Le istituzioni hanno un rapporto di amore-odio con le crypto

Gli investitori istituzionali sembrano decisi a investire in Bitcoin e altre criptovalute, in parte perché credono che in futuro le regolamentazioni per il mercato crypto miglioreranno e diventeranno più chiare.

Altri sostengono che eventualmente il mercato diventerà più grande, offrendo una migliore liquidità, una caratteristica necessaria per gran parte degli investitori istituzionali. Man mano che il mercato migliora, molti credono anche che le istituzioni potranno scegliere tra una gamma più vasta di veicoli d’investimento.

Inoltre, dal sondaggio è emerso che ci sono ancora molti ostacoli sulla strada dell’istituzionalizzazione crypto. Più della metà dei partecipanti ha espresso dubbi in merito alla mancanza di assicurazioni su asset digitali, mentre altri sono preoccupati per la qualità dei servizi di custodia, dei trading desk, delle strutture di rendicontazione e delle procedure di altre compagnie attive nel settore.

J. Gdanski, CEO e fondatore di Evertas, ha spiegato a Cointelegraph:

“La nostra ricerca mostra che gli investitori istituzionali sono entusiasti di incrementare la loro esposizione alle criptovalute e ai crypto asset in generale, ma rimangono chiaramente molti problemi relativi all’infrastruttura di questi mercati che continuano a preoccuparli. Ovviamente questi devono essere affrontati per poter realizzare il pieno potenziale degli investimenti istituzionali nei crypto asset.”

Anche se la prospettiva sulla regolamentazione di Bitcoin e di altri crypto asset consolidati potrebbe essere positiva tra gli attori istituzionali, ciò potrebbe non valere per altri settori del panorama crypto.

Tra questi figurano la finanza decentralizzata (DeFi) e le stablecoin, che nel 2020 hanno assistito a un’enorme crescita e presto potrebbero trovarsi ad affrontare altri ostacoli normativi.

Le istituzioni ignorano la volatilità di Bitcoin

Mentre il prezzo di Bitcoin non è riuscito ad essere all’altezza del rialzo post-halving anticipato da molti investitori, le istituzioni restano interessate alla criptovaluta. Recentemente, il volume di trading per i Bitcoin future di Bakkt ha raggiunto un nuovo record di oltre 200 milioni di dollari in contratti scambiati, suggerendo che le istituzioni stanno ancora accumulando BTC.

Inoltre, i fund manager mainstream stanno iniziando ad entrare nel mercato, un segnale ritenuto dalla maggior parte dei partecipanti al sondaggio di Evertas come un fattore importante nell’adozione istituzionale delle crypto.

Proprio la scorsa settimana, il CEO di MicroStrategy, Michael Saylor, ha seguito le orme dell’investitore veterano Paul Tudor Jones acquistando 21.454 BTC. Qualche mese prima, Jones aveva rivelato la sua posizione in Bitcoin, descrivendo l’asset come il “cavallo più veloce” con le migliori probabilità in termini di performance.

Mentre l’interesse degli investitori nei crypto-asset cresce e il panorama normativo per questi asset diventa più chiaro, molti prevedono che l’ondata di istituzioni in Bitcoin continuerà ad aumentare.