La Japan Virtual Currency Exchange Association (JVCEA), organo giapponese che si occupa di regolamentare il settore delle criptovalute, pianifica l'implementazione di misure più severe per quanto riguarda la gestione dei fondi dei clienti. La notizia è stata recentemente riportata dal portale d'informazione Japan Times, citando "fonti ben informate sulla questione".

In particolare, pare che la JVCEA pianifichi di ridurre il numero massimo di monete digitali che gli exchange del paese posso gestire contemporaneamente. Tale limite, rivelano le fonti di Japan Times, si aggira tra il 10 e il 20 percento dei depositi dei clienti. La JVCEA sta inoltre rivedendo le proprie normative, stilate originariamente a luglio di quest'anno: la nuova versione del regolamento verrà poi certificata dalla Financial Services Agency (FSA).

Solitamente gli exchange di criptovalute depositano la maggior parte dei fondi dei clienti all'interno di portafogli cold storage. Tuttavia, per semplificare le operazioni, una certa quantità di criptovalute viene a volte conservata in wallet connessi alla rete, e pertanto vulnerabili ad attacchi informatici. Limitando la quantità di monete gestite in tal modo, la JVCEA spera di ridurre questo genere di rischi.

Il Giappone ha deciso di adottare regolamentazioni ancora più severe in seguito al recente attacco hacker ai danni dell'exchange di criptovalute Zaif, che ha portato al furto di 6,7 miliardi di yen (59,7 milioni di dollari) in criptovalute appartenenti sia all'azienda che ai clienti. La FSA ha ora lanciato un'indagine sull'accaduto, allo scopo di verificare se l'exchange potrà o meno risarcire gli utenti.