Partiamo dall’unico dato oggettivo e veritiero che pende come una spada di Damocle sulle crypto: i tassi d’interesse e le incertezze macroeconomica. Ad oggi le due altseson crypto sono ambedue avvenute in fasi espansive dell’economia e dell’azionario, con tassi d’interesse mediamente bassi.
Dico "mediamente" poiché va fatto un distinguo tra il 2017, quando il tasso d’interesse era in salita (l’intera bull run avvenne in questa condizione), e il 2020-2021, quando il COVID portò una massiccia iniezione di liquidità.
L’attuale contesto si caratterizza per tassi d’interesse alti, quasi il doppio rispetto a quelli del 2017, e una situazione globale di estrema incertezza. Tuttavia non si può nemmeno ignorare l’artificiosità della presente crisi, che appare pilotata e non strutturale.
Le crypto non hanno mai vissuto una stagione simile ed è lecito chiedersi come possano comportarsi in questo contesto. Vi sono ancora i presupposti per salire?
Detto che nessuno ha una risposta, non bisogna sottovalutare come le crypto giochino un ruolo chiave nel futuro dell’economia americana, oltre che del debito stesso. Come affermato dallo stesso Segretario del Tesoro, la regolamentazione delle stablecoin porterà a una massiccia domanda per il debito, creando un forte incentivo a spingere e far entrare le crypto nell’economia quotidiana. Non da ultimo la già annunciata riserva a livello federale, seguita da molti singoli Stati, genererà ulteriore pressione in acquisto e accrescerà lo status del settore.
Non concordo con chi afferma che di tutto ciò ne beneficerà solo Bitcoin. Non esiste Re senza regno, non esistono stablecoin senza blockchain, non esistono blockchain senza token... e non esiste mondo in cui qualcosa finisca sotto i riflettori senza che qualcuno provi a specularci sopra e a creare trappole per retail. A mio parere di questo processo ne beneficerà tutto il settore e tutte le altcoin.
Frazionalizzazione del mercato
Oggigiorno, l’argomentazione preferita sui social è la seguente: “Le altcoin sono in crisi perché ce ne sono troppe, causando dispersione della liquidità.”
Come spesso accade, purtroppo, si parla tanto ma si guardano poco i dati. La presente affermazione è perfetta per fare engagment sui social: identifica un problema comprensibile a tutti e lo erge a causa di tutti i mali. I dati però dicono tutt’altro, anzi affermano l’esatto opposto. Non solo non c’è questa fantomatica frammentazione, ma c’è più liquidità, più casi d’uso e più ricavi generati per le altcoin.
Analizziamo i dati, confrontando quanto visto a fine 2021 con la situazione attuale.
Oggi abbiamo 1995 coin con almeno un milione di market cap, contro le 1876 coin di novembre 2021: ovvero, non vi è quasi alcuna differenza. Se ampliamo lo sguardo al 2018 noteremo che all’epoca ce n'erano 770: molte di meno, ma non parliamo di ordini di grandezza. Tra l’altro il più che raddoppio non impedì alle altcoin di esplodere e crescere come mai visto prima tra il 2020 e il 2021, in barba a una accresciuta varietà. Appare quindi piuttosto illogico attribuire l’assenza dell’altseason a una presunta maggior frammentazione: presunta poiché, nei fatti, non è nemmeno così.
Il tutto senza considerare che rispetto ad allora:
- Le stablecoin sono il doppio, 250 miliardi contro i 125 miliardi di allora.
- La gran parte delle memecoin ha come valuta SOL, mentre molte altre utilizzano ETH, VIRTUAL, BNB, etc. Questo fenomeno si è nettamente acuito rispetto al passato.
- Oggi i volumi sui DEX sono significativamente maggiori, suggerendo che la gran parte delle piccole coin, che ovviamente non sono listate su alcun CEX, riceve più scambi rispetto al passato.
- Gli ETF su ETH e BTC hanno portato miliardi di liquidità nel mercato prima non presente.
Nella sostanza appare ragionevole affermare che oggi il mercato è più liquido e strutturato per assorbire e scambiare una mole superiore di coin rispetto al precedente ciclo. Il numero di coin è lo stesso, ma è diventato più semplice lanciare nuove monete e il turnover è cresciuto. È vero che il mercato della memecoin stampa milioni di token ogni anno, ma è anche vero che queste non drenano liquidità anzi generano domanda per token come SOL, BNB o qualsiasi sia la valuta utilizzata.
Appare quindi abbastanza chiaro che affermare “le altcoin non salgono poiché ce ne sono troppe” è quanto meno errato e incapace di cogliere l’essenza del settore. Imputare ai milioni di token creati la responsabilità della mancata altseason non solo è sbagliato, ma fallisce nel comprendere che questo fenomeno ha generato ricavi, nuovi casi d’uso e la nascita di ecosistemi sempre più evoluti e scalabili.
La reputazione delle crypto è notevolmente migliorata
Poco da dire invece sulla reputazione delle crypto, che in questi anni è migliorata in modo esponenziale. Siamo passati dall’essere criminali a rendere normale investire in crypto: il numero di investitori retail ha raggiunto numeri impensabili, sono caduti i divieti, e governi, aziende e fondi stanno iniziando a considerarli degli asset di reale valore.
Anche la storia che i retail non investono perché in passato hanno perso soldi non sta in piedi. Il gioco d’azzardo è un’industria in crescita, le bolle si ripetono dalla notte dei tempi e le persone comprano anche se il prezzo è alto, anzi iniziano a comprare quando il prezzo è alto. L’essere umano è dotato di razionalità limitata, non è in grado di processare informazioni complesse e tendenzialmente si ferma a quello che è lo status quo sociale del momento. I retail torneranno a comprare crypto, a vendere la casa per una coin col gatto, e a sentirsi dei geni perché hanno finalmente trovato la scorciatoia per la ricchezza. Gli esseri umani sono esseri umani, e come tali si comporteranno.
Detto che non vi è motivo di dubitare che arriverà un’altseason, la domanda corretta da porsi è il quando.
La tesi più comune è che l’altseson sia legata al ciclo dell’halving, motivo per il quale in molti tendono ad affermare che questa volta sarà diverso e che, al di fuori di qualche sporadica eccezione, non vedremo nulla di simile al passato. E in effetti, la gran parte delle altcoin è in trend discendente pluriennale, nonostante Bitcoin si avvii alla fine del suo ciclo quadriennale.
Detto che non sono convinto che ad oggi l’halving sia più il principale driver di crescita, va notato come le altcoin nel precedente ciclo abbiano trovato il bottom solo a dicembre 2020, non con il COVID. È importante ricordarlo perché in molti associano l’altseson con la DeFi Summer, sbagliando. I grafici di forza non mentono: quella fase espansiva non è stata troppo differente dalla mania degli AI Agents che abbiamo visto tra novembre e dicembre. In entrambi i casi vi fu l’illusione che stesse partendo un'altseason, ma in realtà nei mesi successivi le altcoin crollarono aggiornando tutti i minimi.
Sì, avete letto bene: a dicembre 2020 la gran parte delle altcoin aggiornò i minimi del ciclo, scendendo sotto i valori del bear market del 2018, e sotto quelli del COVID crash. Il motivo per cui non se ne parla è legato all’errata abitudine ad analizzare le altcoin utilizzando i grafici contro il dollaro e non contro Bitcoin. Il mercato è correlato e la gran parte dei prezzi è espressa in funzione di un’altra coin. È chiaro che se Bitcoin sale va a cambiare il grafico di forza contro ETH, se cambia ETH cambiano anche le coin il cui prezzo è espresso in ETH e così via.
Inoltre, ci si dimentica che la liquidità sulle altcoin è per lo più derivante da Bitcoin. Chi muove i mercati delle altcoin sono per lo più whale e manipolatori, che hanno la gran parte della loro ricchezza in BTC. Le altcoin non sono un investimento alternativo ai bond o alle azioni della Apple, chi investe in quegli asset ha un profilo diverso. Le altcoin, come d’altronde dice il nome, sono “l'alternativa” a BTC: quindi è evidente che l’andamento delle altcoin sarà direttamente influenzato da quanto succede su Bitcoin.
Infine, è chiaro che per avere una fuoriuscita di capitale da Bitcoin verso le altre crypto è necessario che il prezzo abbia raggiunto zone di eccesso tali per cui il manipolatore inizi a trovare un vantaggio a livello di rischio/rendimento nel dirottare il proprio capitale altrove. Questo vantaggio tende a verificarsi solo dopo che Bitcoin ha superato il suo precedente ATH
Piuttosto ragionevole: il mercato delle altcoin è già stato spremuto con la liquidità ottenibile dal prezzo di Bitcoin al precedente ATH, e ora abbiamo bisogno di più liquidità se vogliamo ottenere lo stesso effetto. Nel 2020 infatti le altcoin toccarono il fondo quando BTC aveva già fatto un 2x rispetto ai precedenti massimi; oggi siamo ancora a un modesto 30%, e fino a qualche settimana fa eravamo ancora sui prezzi del 2021.
Grafici e numeri
Se consideriamo le coin fuori la Top 10 notiamo che nel 2017 vi furono due movimenti significativi: uno da 189 giorni che portò un 10x, e un altro da 42 giorni che portò un 4,5x.
Nel 2020, invece, abbiamo un movimento da 140 giorni per un 6x, seguito da una coda lunga di 170 giorni che portò un altro 2x.
Se ripetiamo l’analisi sulla Total3, i dati sono ancora più drastici.
Nel 2017 un 5,3x in 42 giorni, e un 4,7x in 140 giorni nel 2021. In entrambi i casi non ci fu nessuna coda lunga, ma immediata correzione nel primo caso e lunga distribuzione nel secondo.
Se consideriamo la Total2 notiamo invece nel 2017 un 4,5x in 35 giorni, mentre nel 2021 un 4,7x in 133 giorni.
Va fatto presente che nel 2016 le altcoin fecero un 120x dovuto alla nascita del settore e l’introduzione degli smart contract con Ethereum.
Da questi numeri appare chiaro come l’altseason sia un fenomeno estremamente concentrato e impulsivo. Per rendere meglio l’idea, questo vuol dire che negli ultimi 2730 giorni (quasi un decennio) abbiamo avuto 168 giorni di altseason, mentre per i restanti 2500 le altcoin hanno sofferto. È chiaro che ci sono stati anche dei rimbalzi e dei mesi in cui hanno anche sovraperfermato, ma si è trattato di periodi circoscritti e prontamente rimangiati.
Non deve sorprendere quindi se le altcoin negli ultimi anni hanno avuto difficoltà: la stranezza sarebbe stata se fossero partite nel 2023, o se avessero concesso una fase di crescita prolungata durante il 2024. Inoltre non possiamo ignorare come le stesse tempistiche dell’halving non siano ancora invalidate. Una varianza del 20% rientra nella norma, e su un periodo di 50 mesi equivale a quasi un anno. Ci aspettavamo una partenza a dicembre, appena 6 mesi fa: stessimo partendo ora, sarebbe ancora coerente a quella ciclicità.
Il ciclo dell’hype
Vorrei ora porre l’attenzione su un fattore ciclico sottovalutato, eppure piuttosto chiaro dai grafici di forza. Mi riferisco al ciclo dell’hype e dei retail: sembra piuttosto evidente che questo non sia allineato al ciclo dell’halving.
Se analizziamo gli ultimi cinque anni, notiamo che:
- Marzo 2020 - agosto 2020: vi è una fase di esplosione dei prezzi dovuta al veloce recupero in seguito al COVID crash. I facili guadagni hanno attirato una prima orda di retail.
- Agosto 2020 - dicembre 2020: le altcoin soffrono e aggiornano i minimi contro Bitcoin. Tuttavia la crescita di BTC limita le sofferenze ai retail che non si rendono conto di cosa stia succedendo e rimangono in un livello di FOMO elevato, seppur in questa fase vi sia una limitata crescita del pubblico.
- Dicembre 2020 - novembre 2021: è la fase di euforia generalizzata, i social esplodono e tutti si sentono dei grandi crypto-trader.
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Novembre 2021 - maggio 2024: le crypto soffrono, ma i periodi di contrazione sono brevi e subito comprati in nome di un sogno più grande. Ethereum che passa a Proof-of-Stake, il Bitcoin ETF, l’AI che si fonde con le crypto, l’Ethereum ETF, gli airdrop, l’adozione istituzionale… e in effetti vi sono momenti in cui le crypto, all’apparenza, volano.
In realtà, tolto Bitcoin e qualche specifica eccezione, siamo di fronte a un'enorme e lunghissima fase distributiva. I retail iniziano a soffrire e uno dopo l’altro a capitolare: è un processo lento e ambiguo. Non è il crollo impulsivo del passato, è diverso e non smette mai di alimentare la speranza. - Maggio 2024 - dicembre 2024: è la grande attesa per l’ATH di Bitcoin, e il sogno di chi ha resistito di monetizzare con l’altseason. Sembra tutto facile e apparecchiato, a novembre si parte... ma dura poco.
- Dicembre 2024 - aprile 2025: il grande crollo: dei prezzi, delle certezze e dei sogni. Le altcoin sono morte.
Come si può notare il ciclo dell’hype è stato sì pluriennale, ma è iniziato a marzo 2020 ed è plausibilmente terminato tra il 3 febbraio e il 7 aprile 2025. La gran parte dei retail ha probabilmente capitolato in quel momento, tant’è che di recente abbiamo raggiunto nuovi massimi eppure regna la depressione. I retail seguono il ciclo delle altcoin e, come dissi già nel 2024, c’era qualcosa di strano nel mercato.
Ma al tempo non riuscii a cogliere davvero la potenza delle mie stesse parole. A differenza di quanto affermavano i più, io continuavo a ripetere che le altcoin stessero sovraperformando rispetto al dovuto e che quella fosse un’anomalia. Al tempo la lessi come un segno di forza, e forse senza Trump lo sarebbe pure stato; in realtà si è rivelata solo una distribuzione più lunga.
Cercare di catturare l’altseason con l’analisi tecnica o ciclica è ingenuo e pretenzioso. L’altseason è un "cigno nero", è un evento statisticamente raro: è l’eccezione, non la regola. Credere di poterla inserire in uno scenario di analisi quantitativa è errato: un fenomeno improbabile può essere analizzato dal punto di vista qualitativo, si può cercare di coglierne la natura, di certo non lo si può descrivere in un pattern statistico.
Mi spiego ancora meglio, torniamo ai numeri precedenti. Su 2730 giorni sappiamo che solo 168 sono di altseason; il problema è che almeno 100 di questi sono mimetizzati in un movimento non ancora classificabile come altseson, e sui restanti 68 pendeva invece il costante rischio che fosse già finita e il crollo fosse imminente. I numeri sono belli, utili, ma vengono in aiuto fino a un certo punto quando si parla di un evento improbabile.
Per comprendere l’altseason è necessario coglierne la matrice comportamentale e fondamentale. È necessario capire chi muove i prezzi, cosa cerca, quali possono essere le leve a spingerlo ad agire. Serve essere in grado di individuare i grafici che a tutti gli effetti lasciano qualche traccia, senza fermarsi alla Bitcoin dominance o al ciclo dell’halving.
Siamo a un punto di svolta storico per l’intero settore, e mi dispiace dirvi che non siamo più presto. Siamo alla vigilia di quello che probabilmente sarà ricordato come il periodo della crypto-mania, quello in cui ad andare all-in sulle crypto non saranno i trasgressivi, o la cosiddetta “early-majority”, ma la maggioranza.
L’avvento istituzionale, lo stablecoin act, la tokenizzazione di qualsiasi asset, la creazione di riserve crypto, genereranno un senso di sicurezza nel pubblico e scateneranno la corsa all’oro. Non è più una questione di aspettare l’halving, ma lasciare che i pezzi si allineino e il mercato parta. Forse è già partito e non lo sappiamo: tutto avviene in poche settimane e la gran parte di queste passano sotto traccia.
Personalmente non ho idea di quando succederà, e non può essere altrimenti. Possiamo analizzare gli eventi, non possiamo prevederli; qualsiasi analisi porterà sempre un punto di vista personale, che non ha nulla a che vedere con la verità. La realtà è una dinamica emergente e imprevedibile, ancora di più se siamo a caccia di un cigno nero.
Tutto quello che posso dirvi è: chiedetevi cosa state cercando e assicuratevi di star usando gli strumenti giusti per catturarlo. Se cercate l’altseason sappiate che i grafici mentono, che ciò che si applica per Bitcoin non vale, e che statistica e analisi ciclica sono la nemesi. Non si può catturare l’eccezione con la normalità.
Conclusione
Ricapitolando alcuni fattori da considerare per l’altseason:
- BTC non è ancora abbastanza sopra l’ATH per far partire un’altseson.
- Siamo alla vigilia di una rivoluzione normativa e di adozione delle crypto, tale per cui una chiave di lettura d’attesa di maggior chiarezza avrebbe senso.
- Si tratta di un movimento breve e impulsivo, individuabile solo a posteriori.
- L’analisi tecnica, ciclica e statistica sono di relativo aiuto nella previsione di un cigno nero.
- Trattandosi di una prima volta, non sono ancora chiari gli effetti della politica monetaria restrittiva e la difficoltà economica sul futuro delle crypto.
- La natura umana è immutata, e prima o poi tornerà a mostrare smania per un apparente facile e veloce ricchezza.