Spadina, l’ultimo di una serie di testnet per Ethereum 2.0, è stato lanciato martedì con relativo successo.

Spadina è stato proposto come una “prova generale” per il processo di lancio del mainnet, segnalando che la Phase 0 di Ethereum 2.0 si avvicina sempre di più. Il network è stato avviato alle 14:00 del 29 settembre, destinato a durare solo 72 ore.

Gli sviluppatori hanno spiegato che questa è probabilmente l’ultima opportunità a disposizione dei futuri staker di Ether (ETH) per testare gli strumenti di deposito e di lancio prima della genesi che darà il via alla Phase 0.

Da questo punto di vista, il test sembra aver ottenuto un notevole successo. Non sono stati trovati gravi problemi nel processo di deposito e i client hanno gestito correttamente i blocchi.

Tuttavia, come per il lancio iniziale del testnet Medalla, i tassi di partecipazione sono stati molto al di sotto delle aspettative. Meno del 34% della stake ha partecipato al processo di consenso nei primi round di convalida, mentre l’obiettivo era stato fissato all’80%.

Una partecipazione così bassa suggerisce che molti membri della comunità, partecipanti alla prova in veste di validatori, non sono riusciti a portare online i propri client in tempo per il lancio. Durante la festa di lancio, gli sviluppatori hanno sottolineato che questa è una manifestazione del problema “nothing at stake.” Dato che l’Ether testnet non ha valore, agli staker non importa se il loro capitale viene prosciugato mentre sono offline.

Il futuro lancio del mainnet con ETH reali coinvolgerà probabilmente partecipanti più seri e devoti, che verrebbero penalizzati notevolmente nel caso in cui non dovessero adempiere ai propri obblighi.

Danny Ruan, coordinatore principale per ETH 2.0 della Ethereum Foundation, ha commentato: “Credo che abbiamo ottenuto il 90% di quello che volevamo da questa prova.

Considerando che il testnet era rivolto specificamente al processo di lancio, la scarsa partecipazione non risulta essere un grave problema. Tuttavia, alcuni utenti hanno segnalato difficoltà con Teku, uno dei client più recenti a entrare nella fase di disponibilità. Altri hanno evidenziato un potenziale problema con il port forwarding, in quanto sembra che la maggior parte dei client non utilizzi Universal Plug & Play.

Questa tecnologia apre dinamicamente porte router per fare in modo che le connessioni in entrata vengano accettate dal network locale, una funzionalità cruciale per il networking peer-to-peer. La sua assenza rischia di creare problemi agli utenti meno tecnici, i quali potrebbero non sapere come aprire manualmente porte di rete.

Anche se non sono state fornite indicazioni a riguardo, i testnet lanciati finora sembrano essere relativamente stabili e riusciti. A tre mesi dalla fine dell’anno, questi risultati costituiscono un buon segno per il lancio della Phase 0 nel 2020.

Comunque, la Phase 0 non influenzerà immediatamente l’intero ecosistema di Ethereum. La blockchain proof-of-work continuerà ad operare esattamente come ha fatto finora, tranne che per la presenza di uno smart contract di deposito dedicato a Ethereum 2.0. Afri Schoedon, profondamente coinvolto nei testnet di ETH 2.0, ha indicato la Phase 0 come una “fase di prova incentivata,” suggerendo che rappresenta principalmente un modo per testare il comportamento degli staker in scenari realistici.

Vitalik Buterin, co-fondatore di Ethereum, si è comunque mostrato ottimista sul fatto che la prima beacon chain della Phase 0 potrà essere utile per i light client di Ethereum 1.0. Inoltre, ha spiegato che il suo lancio segna un cambiamento nell’approccio di sviluppo, ora incentrato sull’introduzione e l’iterazione di funzionalità, invece di rimanere bloccati in ricerche teoriche meno efficienti.

Il network di Eth 2.0 aggiungerà semplicemente funzionalità in maniera graduale e col passare del tempo diventerà più importante per l’ecosistema,” ha aggiunto.