Le memecoin sono le nuove altcoin.
Per comprendere la portata della rivoluzione a cui stiamo assistendo è necessario fare un passo indietro e tornare al lontano 6 dicembre 2013: quel giorno nasceva Dogecoin. "Questi sono matti", pensai io all'epoca, e in effetti non avevo tutti i torti... ma non immaginavo che dieci anni dopo tra quei matti ci sarei stato pure io. È importante fare una premessa: le memecoin nascono come provocazione, sono la faccia irriverente di un movimento di sfida alle finanza tradizionale. A dispetto del successo quasi immediato, Dogecoin rimane a lungo un caso isolato, un’eccezione nella gara a realizzare un "Bitcoin migliore".
È solo con l’arrivo della DeFi, nel 2020, che il mercato vira verso la creazione di un ecosistema di applicazioni con reale utilità. Quello che succede dopo è storia: la DeFi Summer dà il via alla più grande altseason che le crypto abbiano mai visto. Non tanto per impulsività del movimento – dato che l’esplosione tra dicembre 2017 e gennaio 2018 è senza uguali – ma per varietà: le altcoin finalmente escono dall’ombra di Bitcoin e provano a creare qualcosa di proprio. Ovviamente i manipolatori ci vanno a nozze, finalmente hanno qualcosa di nuovo da vendere: la DeFi sostituirà la finanza tradizionale, questa nuova blockchain processa più transazioni al secondo di MasterCard, gli NFT sono i nuovi Picasso, i ragazzini di tutto il mondo possono finalmente diventare ricchi giocando on-chain, e così via.
La storia è questa, ed è fondamentale averla chiara per non incorrere in errori grossolani. Vedo molti esperti analisti confondere le dinamiche di prezzo delle altcoin con quanto avviene, o è avvenuto in passato, su Bitcoin o nei mercati tradizionali. Ma le altcoin sono un mondo a parte, qualcosa che non si è mai visto nella storia dell’umanità, con tratti peculiari e resi possibili dalla globalizzazione, da Internet e dai social media. Strumenti simili in passato non esistevano, il che rende impossibile qualsiasi forma comparativa con quanto vediamo ora. Mai prima d'ora chiunque – dalla casalinga al figlio del macellaio – ha avuto la possibilità di acquistare un asset finanziario con un solo click. Non date questo elemento per scontato: la chiave per comprendere un mercato è comprendere chi compra e chi vende. Se in passato bisognava avere la giacca e la cravatta, ora bastano le pantofole: con una connessione a Internet, tutti possono diventare investitori.
A tutto ciò va aggiunto un altro ingrediente: i media. Internet ha messo in crisi i modelli di business tradizionali, spingendo i più ad abbandonare il mercato dell’informazione e abbracciare quello dell’intrattenimento. In questo contesto i contenuti diventano polarizzanti e incentrati sul sensazionalismo. Questo tipo di comunicazione non parla al cervello ma alla pancia, spinge verso comportamenti impulsivi e opinioni per lo più infondate.
Sebbene le conseguenze legate al pensiero complottista o al proliferare degli estremismi ci interessino poco in questa sede, tutto ciò ha un diretto impatto sui prezzi. I media non hanno coscienza: sono un reality show, un megafono delle magagne o delle fortune del mondo, e quando si parla di crypto finisce con l’estremizzare l’andamento dei prezzi. Nulla eccita più il giornalista del poter gridare "Bitcoin è morto" o "Lunga vita alle crypto". In fondo è molto più facile dare alla gente ciò che vuole, invece di ciò di cui ha bisogno. Banale forse, ma è il motivo di questi estremi e del perché le bull run durano sempre più del dovuto. Anche quando all’analista esperto appare chiaro che le fondamenta del castello stiano scricchiolando, i media e gli influencer continuano strillare "To the moon" perché è questo ciò che la gente vuole sentire. Lo stesso avviene durante i bear market: il popolo vuole credere di avere fatto la scelta giusta a vendere tutto in perdita, ed è per questo che continuerà ad abbracciare contenuti apocalittici. La mente umana è un groviglio di pensieri emergenti che crediamo essere figli della nostra intelligenza, quando invece sono i padri della nostra stupidità.
La mano invisibile che muove i prezzi
Le crypto sono il primo mercato nato e popolato da retailer, e quindi il più esposto a questi fenomeni. Permettetemi di specificare che la ciclicità dei comportamenti umani non è nata con Internet ma è sempre esistita: in tutti i mercati e in tutti i contesti si possono infatti notare delle ripetitività, ed è su questo che si basa anche l’analisi ciclica dei grafici. Tuttavia, quando si parla crypto, ogni cosa è estremizzata. Tutto ciò è il pane quotidiano delle whale manipolatrici, ovvero entità che non si fanno scrupoli a rubare a chiunque pur di arricchire sé stesse. Loro sanno benissimo che nei meandri di queste dinamiche si nasconde la chiave per fare profitto, basta toccare le corde giuste.
Tutto ruota attorno alla percezione, non ai fondamentali, alle metriche, alla qualità del prodotto o servizio. Si tratta di un principio universalmente valido: il prezzo di qualsiasi asset è sempre dettato dalla percezione del futuro, poiché nessuno compra il passato. Al più c’è chi compra sperando che il passato si ripeta... fino a quando non rimane deluso.
Ma ricordate che il passato non si ripete mai: non vi è alcuna garanzia che un asset, o un’azienda, farà bene solo perché lo ha fatto in precedenza. Guardate al caso Nokia: nel 2007 Forbes titolava "Chi potrà mai detronizzare il Re dei telefonini con oltre un miliardo di clienti", eppure sappiamo che già all’epoca l'azienda finlandese era una silente condannata a morte. Al contrario i comportamenti umani non cambiano, non cambieranno mai.
Questa sottile sfumatura è fondamentale quando si parla di crypto e altseason. Il passato della singola coin non è in alcun modo indicativo del suo futuro; ma i trend di mercato passati possono esserlo, poiché descrivono il comportamento umano su più ampia scala. È curioso come la nostra mente faccia fatica a comprendere questa dinamica: c’è la tendenza a credere che sia più probabile che la singola coin performi bene sulla base del passato, piuttosto che ammettere che vi possa essere un’altra fase di euforia generalizzata. Eppure, dal punto di vista prettamente analitico e comportamentale, le probabilità ci raccontano l’esatto opposto, e lo stesso fanno le serie storiche.
Storie e leader
Fatta eccezione per i leader di mercato, le vecchie coin tendono a sottoperformare rispetto alle nuove. Alla luce di quanto appena descritto le ragioni dovrebbero apparire chiare. Il leader di mercato continua ad aver risalto sui media, anzi, il suo successo viene esacerbato e trasformato in una storia dai tratti epici: "E quando tutto sembrava perduto, l'eroe si è rialzato per mostrarci la via". Bitcoin lo fa più o meno ogni quattro anni, Solana lo ha appena fatto, Ethereum è probabilmente il prossimo.
Il "cammino dell’eroe" non nasce oggi, è il fondamento dell’epica e l’arte dei menestrelli in ogni tempo; è anche il meccanismo con cui il pubblico crea affezione con ogni cosa, criptovalute incluse.
Vorrei che per un attimo abbandonaste l’ottica asettica dell’analista grafico o quantitativo. Le crypto non sono asset tradizionali, non sono un mercato maturo e non possono essere osservate con la stessa lente; o per meglio dire, possono ma così facendo si perde gran parte della dinamica alla base delle oscillazioni dei prezzi. Una delle parole più utilizzate quando si parla di crypto è "Narrativa", e la ragione risiede in quanto appena detto. Per quanto illogico possa sembrare, i prezzi non sono trainati da metriche e analisi, ma dalle storie che plasmano il nostro pensiero e di conseguenza si riflettono sui grafici e tutto il resto.
Tutto ciò è molto chiaro nella mente delle whale manipolatrici, ed è il motivo per cui statisticamente le altcoin più performanti hanno sempre risposto al profilo del leader di mercato, oppure hanno dato vita a nuove narrative trainanti.
Ma c'è un problema: il mercato sta maturando e esaurendo la forza propulsiva di questo gioco. L’ingresso di investitori istituzionali cambierà la geografia dei capitali, e l’influenza che le whale possono avere sul mercato. Oltre al fatto che cambierà i criteri di valutazione dei progetti, più orientati alla stabilità e alla sicurezza che all’innovazione e al rischio.
Ciò che è certo è che, cambiando chi muove il mercato, cambierà anche la price action e la tipologia di coin più performanti. Stiamo inoltre assistendo alla transizione della blockchain, da tecnologia promettente a una realmente utilizzata: questo porterà alla ribalta le metriche classiche, avvicinando le scelte d'investimento a quelle dei mercati tradizionali.
Ci vorrà un po’ di tempo per vedere gli effetti di questa evoluzione, parliamo almeno di altri 3-5 anni: il prossimo ciclo dell’halving, per intenderci. Sarà uno sviluppo certamente intollerabile per le whale, che perderanno la loro stampante di denaro; ma sarà difficile da accettare anche per noi trader retail, che culliamo il sogno di diventare ricchi (in fretta) tramite le crypto.
Bisognerà trovare una soluzione a questo "problema".
La soluzione
La soluzione è rappresentata dalle memecoin, dato che racchiudono tutti i vantaggi delle altcoin eliminandone i difetti. Perché puntare su una coin che un giorno ci deluderà e costringerà a confrontarci con fondamentali e metriche? Perché comprare qualcosa il cui dominio rischia di essere attaccato dall’investitore istituzionale che preferisce una tecnologia rispetto a un'altra? Perché aspettare l’altseason e l’emergere di nuove narrative trainate dall’innovazione? Perché aspettare quando si può guadagnare sempre e comunque?
Lanciare una memecoin richiede meno tempo e denaro, offre ritorni d'investimento più alti e in tempi più brevi. Il tutto senza avere fastidiosi vesting, doversi confrontare con la qualità del progetto, o problemi legati alla tokenomics. Bastano pochi click, la giusta manipolazione e il gioco è fatto. Non è un caso se i volumi delle memecoin sono in continua ascesa: rappresentano tutto ciò che l’altcoin perfetta dovrebbe essere. Non credo affatto che si tratti di una moda passeggera, ma al contrario è un trend destinato a perdurare e amplificarsi.
La pervasività degli investitori istituzionali trasformerà il mercato delle altcoin: l'adozione di massa delle crypto, finita l’euforia iniziale, porterà i prezzi a crescere in modo più razionale e spegnerà la cosiddetta "altseason". Per questo abbiamo bisogno di una perenne memeseason.
Nei prossimi anni probabilmente assisteremo a un'inesorabile migrazione dei capitali retail dalle altcoin verso le memecoin. Le memecoin non sono più il figlio di cui vergognarsi, ma l’essenza di un movimento più ampio con radici sociali, destinato ad intersecarsi con l’economia e la tecnologia del futuro. Le memecoin diventeranno la valuta dei prossimi AI Agent, l’incarnazione finanziaria di qualsiasi brand, oltre alla possibilità per chiunque di lanciare un progetto, o sostenere un’idea, dandole valore economico immediato. Sarà una rivoluzione globale di portata difficilmente misurabile oggi, nata satiricamente nel lontano 2013 e fatta crescere dall’ingordigia umana fino a trascendere le proprie origini.