Durante la 73° Sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Joseph Muscat, Primo Ministro di Malta, ha affermato che le criptovalute sono "l'inevitabile futuro del denaro" e che la blockchain aiuterà a realizzare una società più trasparente e equa.

Muscat ha espresso pareri estremamente positivi riguardi a tali tecnologie all'avanguardia, dichiarando che soltanto coloro "che decideranno di avvicinarsi alla nuova economia digitale con un nuovo stato, uno stato digitale" potranno "realizzare una società adeguata alle esigenze future":

"La blockchain rende le criptovalute l'inevitabile futuro del denaro, più trasparente perché aiuta a filtrare i buoni business dai cattivi business. Ma queste tecnologie distribuite possono fare molto di più".

Secondo il Primo Ministro in futuro la blockchain rivoluzionerà anche sistemi politici, civici e aziendali. Il suo potenziale di trovare soluzioni a "problemi vecchi decenni" è stato ciò che ha spinto Malta a "promuovere sé stessa come l'Isola della Blockchain". Il paese, ha poi continuato, "è stato la prima giurisdizione al mondo a regolamentare tale tecnologia", rimuovendola da un "vuoto legale".

Muscat ha anche affermato che le tecnologie distribuite assicureranno che "nessuno venga privato delle legittime proprietà a causa di dati compromessi", che le corporazioni diverranno "più affidabili per gli investitori", e che gli stati "passeranno da accumulare informazioni sui cittadini a regolamentare un ambiente nel quale i cittadini hanno totale fiducia nella sicurezza dei propri dati".

Ciononostante, l'uomo ha riconosciuto che la diffusione di queste tecnologie potrebbe incontrare alcune resistenze:

"Sono presenti delle sfide in questa rapida e alquanto ovvia transazione verso un'economia e una società digitale. Tali sfide riguardano la natura stessa dei concetti che credevamo essere immutabili [...], ma non è possibile trovare soluzioni chiudendo le porte all'innovazione".

Ha infine spiegato che, nonostante l'adozione di una posizione ostile possa effettivamente offrire dei vantaggi politici a breve termine, provare a resistere al cambiamento tecnologico sarebbe "tanto miope quanto sostenere che le automobili non avrebbero mai rimpiazzato i carri trainati dai cavalli".