Secondo la società di ricerca Crebaco, la recessione che si è recentemente abbattuta sui mercati globali era già stata prevista da numerosi analisti.

In un documento condiviso con la redazione di Cointelegraph, l'azienda afferma:

"Da qualche giorno i mercati globali stanno affrontando una severa correzione. Alcuni danno la colpa al coronavirus, altri al prezzo del petrolio."

Come sottolineato anche all'interno del resoconto di Crebaco, negli ultimi giorni il valore di Bitcoin (BTC) si è praticamente dimezzato; CAC, DAX, S&P500, Nasdaq, HK Stock Exchange, Nikkei e molte altre importanti borse internazionali sono diminuite in media di circa il 20%.

Inoltre, a causa della guerra commerciale attualmente in corso fra Russia e Arabia Saudita, anche il prezzo del petrolio è crollato.

La curva di rendimento permetteva di prevedere la recessione

Secondo i ricercatori di Crebaco, l'economia statunitense è un ottimo indicatore per determinare se ci troviamo o meno in una recessione globale. La curva di rendimento degli Stati Uniti — tracciata prendendo in esame i tassi di interesse a lungo e breve termine forniti dal Dipartimento del Tesoro — è "uno strumento incredibilmente accurato per comprendere le attuali condizioni dell'economia statunitense e prevedere potenziali recessioni."

Il documento spiega:

"Una curva di rendimento piatta non viene vista in maniera positiva. Ma quando i tassi di interesse a breve termine superano quelli a lungo termine, di solito indica che l'economia è in recessione."

I ricercatori di Crebaco sottolineano inoltre che questa recessione non dovrebbe sorprendere i trader, in quanto i dati storici suggeriscono che si assiste ad un crollo dei mercati globali ogni circa dieci anni.

Bitcoin non ha agito da bene rifugio

Bitcoin viene spesso definito dai suoi sostenitori una versione digitale dell'oro, e pertanto un bene rifugio nel quale investire in caso di instabilità economica. Tuttavia, nella realtà il prezzo della criptovaluta è crollato del 50% in appena 36 ore.

Secondo i ricercatori, il motivo per cui Bitcoin ha reagito in maniera così violenta ai ribassi dei mercati azionari tradizionali è che al tempo la capitalizzazione complessiva di tutte le criptovalute era di soltanto 265 miliardi di dollari, mentre quella delle economie mondiali è pari a migliaia di miliardi di dollari:

"La capitalizzazione è troppo esigua per sostenere una recessione del genere. A causa delle dimensioni del mercato, le istituzioni non erano coinvolte nel trading e non hanno fornito liquidità ai mercati crypto.

Il mercato è crollato a causa dello spread dei prezzi sui vari exchange, che consentono il trading di asset digitali come Bitcoin. [...]

Il mercato è crollato in quanto vi era un order book molto sottile sui principali exchange, e non avevano abbastanza fornitori di liquidità per supportare il crash improvviso."

Al tempo stesso Crebaco mette in evidenza che persino il valore dell'oro, un bene estremamente stabile e utilizzato dall'uomo da oltre 3.000 anni, è crollato dell'8,5% in due giorni.

Anche i più convinti sostenitori di Bitcoin pensano che la ripresa non sarà affatto semplice. La scorsa settimana Mike Novogratz, CEO di Galaxy Digital, aveva commentato che gli investitori hanno perso fiducia in BTC:

"[Bitcoin] è sempre stato un gioco basato sulla fiducia. Tutte le crypto lo sono. E sembra che la fiducia globale in praticamente qualsiasi cosa sia evaporata."