Ajaypal Banga, CEO di Mastercard, si è scagliato contro le criptovalute durante la conferenza "New India Lecture" di questa settimana. L'uomo ha infatti affermato che le monete digitali anonime e non distribuite da una banca centrale sono "spazzatura" a causa della forte volatilità dei prezzi: non "meritano" pertanto di essere definite strumenti di scambio.

"Penso che le criptovalute siano spazzatura... l'idea di una moneta anonima prodotta da persone che devono minarla, il cui valore oscilla in maniera folle... non meritano di essere considerate mezzi di scambio"

Non è la prima volta che Banga critica il settore delle criptovalute: aveva rilasciato il medesimo commento anche ad ottobre dello scorso anno, attaccando qualsiasi moneta digitale che non fosse distribuita da un governo.

Per quanto riguardo il tema dell'anonimato, l'uomo ha menzionato il recente caso dei dodici funzionari russi accusati dal Department of Justice degli Stati Uniti di aver interferito con le ultime elezioni presidenziali. Pare infatti che questi ricevessero i propri pagamenti in Bitcoin (BTC):

"Perché una società civile vorrebbe piazzare un serpente nel proprio giardino, pensando che per qualche motivo questo morderà soltanto il vicino... non capisco".

Banga ha inoltre espresso la propria preoccupazione per la statistica secondo la quale il 95% delle transazioni illegali sul dark web venga portato a termine grazie all'utilizzo di criptovalute. Un recente studio condotto da Nicolas Christin, professore presso la Carnegie Mellon University, ha tuttavia svelato che ancora oggi una grossa fetta degli acquisti illeciti viene svolta grazie all'utilizzo di strumenti tradizionali, come i contanti.

Nonostante la posizione negativa adottata dal CEO di Mastercard nei confronti delle criptovalute, la compagnia sembra interessata allo sfruttamento della tecnologia blockchain: nell'ultimo anno ha infatti registrato numerosi brevetti legati a questo settore. A maggio l'azienda ha inoltre segnalato un calo dei volumi internazionali, in parte dovuto ad un minore acquisto di monete digitali.