Stando a quanto riportato in data 3 maggio da CNBC, la crescita trimestrale di Mastercard è stata caratterizzata da una leggera riduzione nel numero di clienti che hanno acquistato criptovalute utilizzando le carte di credito della compagnia.

Ad oggi gli utenti possono utilizzare Mastercard per acquistare monete digitali, una pratica vietata da numerose istituzioni finanziarie. Quest'anno Bank of America, J.P. Morgan Chase e Citigroup hanno infatti proibito questo genere di transazioni, adducendo a potenziali rischi e alla volatilità delle criptovalute.

Negli ultimi tre mesi i volumi internazionali di Mastercard sono aumentati del 19%. Tale cifra risulta tuttavia minore del 2% se comparata ai risultati ottenuti durante l'ultimo trimestre dello scorso anno, in parte a causa di un acquisto ridotto di criptovalute da parte dei proprietari delle carte.

Ajay Banga, CEO di Mastercard, ha sottolineato che i motivi di tale ribasso possono essere in parte attribuiti alle incertezze presenti in questo momento in Asia: alcuni exchange con sede in Corea del Sud stanno infatti chiudendo i battenti, mentre altri in Giappone devono affrontare severissimi controlli da parte del governo:

"Ci sono molte preoccupazioni anche in Giappone, perché uno dei loro exchange più importanti è stato vittima di un attacco informatico. Come potete vedere, al momento c'è meno interesse rispetto all'ultimo trimestre dello scorso anno e al primo trimestre di questo".

Ha inoltre spiegato che al momento le monete digitali non rappresentano una grossa fetta della strategia aziendale, in quanto risulta difficile prevedere come il settore si svilupperà:

"Non è qualcosa su cui possiamo contare, in quanto non sappiamo come prevedere i suoi movimenti".

Nonostante una crescita in parte frenata, questo mercoledì il valore delle azioni di Mastercard è aumentato di oltre il 3%, dopo un resoconto sui profitti del primo trimestre migliore rispetto alle previsioni di Wall Street.

A ottobre dello scorso anno, Banga si è dichiarato contrario a qualsiasi criptovaluta non distribuita dal governo. "Se il governo dovesse creare una valuta digitale, troveremo un modo per far parte del settore. Offriremmo binari per spostare la moneta dal cliente al mercante. Le criptovalute emanate dal governo sono interessanti, tutte le altre sono spazzatura", aveva al tempo affermato l'uomo.