Come riportato dalla tv locale RBK, in un'udienza del 26 febbraio, la Corte arbitrale di Mosca ha stabilito che le criptovalute di un debitore andato in bancarotta non possono essere sequestrate come pagamento ai creditori.
La corte ha esaminato una richiesta presentata dal direttore delle finanze Aleksey Leonov, che ha chiesto il permesso di recuperare i fondi da un debitore, Ilya Tsarkov, sequestrando i suoi assets di criptovalute. Secondo RBC, Leonov avrebbe chiesto alla corte di farsi dare da Tsarkov la password del suo wallet su Blockchain.info.
La corte esaminò i documenti secondo i quali Tsarkov sarebbe in possesso di un wallet contenente Bitcoin, ma rifiutò di accettare la richiesta di Leonov di sequestrare le criptovalute di Tsarkov.
Secondo Nikita Kulikov, direttore esecutivo dello studio legale di Mosca HEADS COnsulting, la corte non sarebbe potuta arrivare a nessun'altra conclusione, visto che in Russia non sono ancora state stabilite normative precise sulle criptovalute.
"Se la corte avesse incluso gli assets di criptovalute nello stato di insolvenza, ciò avrebbe significato che la legge russa riconosce tali valute come denaro, posizione contraria a quella della Banca centrale, oppure come patrimonio, il che non è stabilito dalla legge", ha dichiarato Kulikov.
Leonov non è d'accordo, affermando che, nonostante lo status giuridico delle criptovalute in Russia non sia ancora chiaro, non c'è motivo per non includerle nel gruppo dei beni che possono essere pignorati a un debitore. Leonov ha aggiunto che il precedente stabilito dal tribunale potrebbe determinare un "deflusso di risorse" nei casi futuri.
Come già segnalato da Cointelegraph, il governo Russo finalizzerà le regolamentazioni per criptovalute, ICO, ed exchange entro luglio di quest'anno.