John M. Griffin e Amin Shams, due ricercatori appartenenti rispettivamente all'Università del Texas e dell'Ohio, hanno recentemente pubblicato uno studio secondo il quale la bull run che nel 2017 ha permesso a Bitcoin di raggiungere quota 20.000$ sarebbe stata causata dalla manipolazione di un'unica whale.

"Tempistiche di mercato al limite della chiaroveggenza"

L'analisi di Griffin e Sham, originariamente pubblicata a giugno dello scorso anno ma aggiornata di recente, sostiene che Tether sia stato utilizzato per offrire supporto al prezzo di Bitcoin e manipolare il suo mercato:

"Gli acquisti con Tether sono avvenuti regolarmente in seguito alle contrazioni del mercato, portando ad un notevole incremento del prezzo di Bitcoin. Questo flusso può essere attribuito ad un'unica entità."

I due ricercatori, dopo aver analizzato le transazioni sia di Bitcoin che di Tether da marzo 2017 a marzo 2018, sostengono che sia stata una singola entità operante sull'exchange di criptovalute Bitfinex, società affiliata a Tether, ad aver condotto tali manipolazioni:

"Questo pattern è presente soltanto nei periodi immediatamente successivi alla creazione di nuovi Tether, guidato dal titolare di un conto di grandi dimensioni, e non presente in nessun altro exchange."

Griffin e Sham infine affermano:

"Le simulazioni dimostrano che è improbabile che questi pattern siano dovuti unicamente al caso. Si tratta di un singolo individuo, o di una singola entità, che ha dimostrato tempistiche di mercato al limite della chiaroveggenza, oppure ha esercitato un'incredibile pressione sul prezzo di Bitcoin non osservata nei flussi di nessun altro trader più piccolo."

Bitfinex respinge le accuse

Stuart Hoegner, General Counsel di Tether, ha negato tali accuse, sostenendo che la ricerca condotta dai due studiosi sarebbe "fondamentalmente fallace" e derivante da un insieme di dati insufficienti.

Ha inoltre affermato che questo studio è stata motivato da una "causa legale parassitaria" contro Tether, Bitfinex e iFinex.