Bitmain, colosso del mining delle criptovalute, pianifica l'installazione in Cina di 200.000 dispositivi per il mining, al fine di sfruttare l'energia idroelettrica a basso costo del paese. 

Citando una fonte vicina alla questione, il portale d'informazione CoinDesk afferma che tali macchine verranno installate entro questa estate, nella Cina sud-occidentale. Il costo complessivo dell'equipaggiamento è stimato fra gli 80 e i 100 milioni di dollari.

L'azienda ha già avviato le negoziazioni, stringendo accordi con le mining farm locali per ospitare i propri dispositivi. Secondo le fonti, Bitmain ha intenzione di installare non soltanto nuove macchine come AntMiner S11 e  S15, ma anche alcuni modelli più datati come AntMiner S9i e S9j.

La notizia fa seguito alla decisione di Bitmain di chiudere il centro di sviluppo in Israele, licenziandone tutti i dipendenti, e di ridimensionare le proprie operazioni in Olanda. Al tempo Gadi Glikberg, a capo della divisione israeliana e vicepresidente per il marketing internazionale, aveva associato la chiusura della propria sezione al collasso dei mercati:

"I mercati delle criptovalute sono divenuti estremamente instabili negli ultimi mesi, costringendo Bitmain ad esaminare le proprie attività in tutto il mondo e a rifocalizzare il proprio business alla luce della situazione corrente".

A gennaio, Bitmain ha anche sospeso le proprie operazioni di mining a Rockdale, nel Texas. Pare infatti che siano stati licenziati tutti i dipendenti a parte due ingegneri e il director of human relations.