Secondo quanto riportato da Bicoin.com, la Repubblica di Georgia ha esentato le criptovalute dall'IVA.

Secondo il rapporto, il ministro delle finanze della Georgia Nodar Khaduri avrebbe firmato un disegno di legge volto a regolare la tassazione delle entità che commerciano o minano criptovalute. La definizione di valuta decentralizzata proposta all'interno del disegno è la seguente:

"Le criptovalute sono asset digitali scambiati elettronicamente e basati su una rete decentralizzata. Il loro commercio non richiede un intermediario affidabile e sono gestite utilizzando la tecnologia a ledger distribuito."

Con l'introduzione del disegno di legge, i residenti del paese possono scambiare criptovalute in valute fiat senza che la transazione sia soggetta ad IVA. Tuttavia, Khaduri ha sottolineato che il lari georgiano rimarrà sarà l'unica valuta a corso legale del paese, e che - proprio come accade per le valute estere - non sarà permesso utilizzare le criptovalute per i pagamenti.

L'articolo continua specificando che le società di mining dovranno comunque pagare l'IVA, a meno che non siano registrate all'estero. Ciò potrebbe comportare il trasferimento delle aziende locali.

Come riportato da Cointelegraph nell'ottobre del 2015, la Corte di giustizia dell'Unione Europea ha stabilito che le transazioni in Bitcoin devono essere esenti dall'IVA. Il mese successivo, l'avvocato italiano Stefano Capaccioli, specializzato in oro e criptovalute, ha commentato la sentenza:

“La decisione è di importanza storica: chiarisce tutti i dubbi e rimuove la confusione sull'applicabilità delle tasse di consumo in materia di Bitcoin, considerando le criptovalute come un semplice mezzo di pagamento e, sotto il punto di vista dell'IVA, in modo simile a una valuta estera. [...] La sentenza è la dimostrazione pratica che Bitcoin non ha bisogno di una regolamentazione specifica, ma solo l'interpretazione della legislazione esistente perché la moneta non cade in alcun vuoto legislativo."