Brad Garlinghouse, CEO del popolare network per pagamenti blockchain Ripple, crede che Facebook non riuscirà a lanciare la sua valuta digitale Libra prima del 2023.
Il lancio di Libra verrà posticipato di tre anni?
Durante un'intervista recentemente pubblicata su Fortune, Garlinghouse ha affermato che a suo parere gli organi di regolamentazione continueranno ad ostacolare lo sviluppo del progetto ancora per molto tempo:
"Scommetto che a fine 2022 Libra non sarà ancora stata lanciata."
L'uomo ha inoltre sottolineato che non si tratta di un problema soltanto statunitense, ma al contrario numerose giurisdizioni in tutto il mondo hanno espresso il proprio dissenso nei confronti di Libra.
Olaf Scholz, Ministro delle Finanze tedesco, crede che Facebook non dovrebbe tentare di emettere denaro:
"Un elemento chiave della sovranità nazionale è l'emissione di valuta. Non lasceremo questo compito ai business privati."
Anche Bruno Le Maire, Ministro delle Finanze francese, si opporrà al lancio di Libra in Europa:
"Mette a repentaglio la sovranità monetaria degli Stati. [...] Tutti i timori legati a Libra non vanno presi alla leggera. Pertanto lo dirò in maniera estremamente chiara: nelle condizioni attuali, non possiamo autorizzare lo sviluppo di Libra sul suolo europeo."
Facebook sta iniziando a perdere alleati?
"Forse il progetto sarebbe stato accolto meglio, se non ci fosse proprio Facebook a guidare la carica", ha concluso Garlinghouse, spiegando che gli organi di regolamentazione considerano Libra un progetto appartenente unicamente a Facebook, non una collaborazione fra i vari membri della Libra Association.
Pare che Visa, Mastercard, PayPal e Stripe non siano ancora certe di voler partecipare attivamente al progetto Libra. Alcune fonti anonime vicine al progetto hanno infatti svelato che la reazione estremamente negativa da parte degli organi di regolamentazione ha spaventato queste aziende, le quali temono che un potenziale legame con la criptovaluta di Facebook possa danneggiare la loro reputazione:
"I dirigenti di queste società di pagamenti credono che Facebook abbia sottovalutato quanto i regolatori si sarebbero opposti al progetto, e ora temono la percezione che il colosso dei social network non si sia comportato in maniera adeguata anche in altre aree."