Brad Garlinghouse, CEO di Ripple, ritiene che la Cina sia parecchio in anticipo rispetto agli Stati Uniti per quanto riguarda la regolamentazione del settore crypto.

Durante la conferenza Parallel Summit organizzata dalla Chamber of Digital Commerce, Garlinghouse ha lodato l'approccio del governo cinese all'industria delle criptovalute. "In un certo senso, lo ammiro", ha dichiarato il CEO.

La Cina comprende il potenziale delle criptovalute

La posizione della Cina deriva dal rapido riconoscimento del potenziale delle criptovalute. Garlinghouse ha spiegato:

"Si sono resi conto che alcune di queste tecnologie potrebbero essere fondamentali per il futuro dei sistemi finanziari, e vogliono assicurarsi di possedere tali capacità il prima possibile."

Le regolamentazioni offrono maggiore sicurezza

Garlinghouse ha discusso degli enormi vantaggi che la regolamentazione delle criptovalute può apportare a tutte le aziende operanti in questo settore.

Ad esempio, fra il 2018 e il 2019 gli enti regolatori statunitensi hanno classificato Bitcoin ed Ethereum come beni, non come titoli azionari. Tale decisione ha dato sia a società che a singoli individui la sicurezza necessaria per investire in questi asset.

"Oggi, poiché il controllo del mining di Bitcoin ed Ether si trova in Cina, di fatto queste tecnologie vengono controllate dalla Cina", ha affermato Garlinghouse. "Venticinque anni fa gli Stati Uniti erano leader nel settore di Internet, lo hanno reso ciò che è oggi. Ma questo rapido sviluppo è scaturito dalla chiarezza normativa."

Sebbene il CEO ritenga che gli Stati Uniti possono ottenere un simile avanzamento anche nel settore blockchain, al momento il Paese preferisce concentrarsi su altre tecnologie come il 5G.