Un dirigente di Ripple, network di pagamento basato sulla tecnologia blockchain, ha difeso pubblicamente l'azienda contro nuove critiche dirette alla criptovaluta associata al servizio: XRP.

In un lungo dibattito su Twitter, David Schwartz, Chief Technology Officer di Ripple, ha respinto la teoria secondo cui XRP fosse stato fin dall'inizio progettato dall'azienda come strumento per generare entrate.

Schwartz: XRP non arricchisce Ripple

A tali affermazioni sono seguiti i tweet di svariate figure del settore, fra le quali anche Peter Todd, ex sviluppatore di Bitcoin Core, che ha svelato che nemmeno i partner di Ripple sono realmente disposti a usare XRP:

"XRP, come quasi tutte le monete vendute tramite ICO, non ha bisogno di esistere e non offre al possessore alcun diritto su nulla. Il suo unico scopo è generare soldi per Ripple vendendo la criptovaluta ai babbei."

Schwartz ha prontamente risposto:

"Nessuno compra XRP per dare a Ripple denaro per fare cose."

Nelle ultime settimane XRP ha raggiunto il prezzo in USD più basso degli ultimi due anni. Attualmente scambiato per circa 0,19$, il valore della coppia XRP/USD è diminuito di quasi il 95% rispetto al massimo storico di 3,40$.

Il quadro per gli investitori si complica se si prende in esame anche l'intricato rapporto tra Ripple e XRP. Se da una parte l'azienda tenta di promuovere l'idea che Ripple non controlli in maniera diretta il token, dall'altra negli ultimi due anni ha venduto enormi quantità di XRP.

Controversie familiari

Nel sopracitato dibattito su Twitter, Schwartz ha ancora una volta ribadito le differenze tra l'azienda Ripple e il token XRP:

"Siamo stati finanziati da venture capital e angel investor, avremmo comunque sviluppato i nostri prodotti. Abbiamo iniziato a vendere XRP solo dopo la formazione di un prezzo di mercato, e per quantità trascurabili rispetto a tutti i nostri altri finanziamenti."

La situazione si è fatta ancora più controversa in seguito alle affermazioni di Tone Vays, celebre trader di Bitcoin, secondo il quale XRP sarebbe un bene azionario lanciato illegalmente.