Il governo maltese sembra voler modificare la propria strategia digitale, precedentemente incentrata solo su blockchain, per adottare un approccio più sistemico.
Il think tank Digital Economy, organo consultivo incaricato di diversificare e consolidare il portfolio economico di Malta, sta avendo un ruolo centrale in questa svolta. Il suo presidente, Kearon Bruno, ha recentemente rilasciato un’intervista a Cointelegraph, dichiarando che:
“Stiamo abbandonando l’idea della Blockchain Island, vogliamo diventare una Digital Island. Riteniamo di poter avere maggiori benefici da un approccio più olistico, che tenga conto di tutti gli aspetti delle nuove tecnologie.”
Secondo Bruno, Malta sta sviluppando una “visione onnicomprensiva” della propria economia digitale. Il think tank, formato nel giugno 2020, include, tra gli altri, membri provenienti dal settore del gaming, dei servizi finanziari e di informazione.
Nel settembre del 2018, l’allora Primo Ministro maltese Joseph Muscat adottò la definizione di “Blockchain Island” durante l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Come riportato da Cointelegraph, nel dibattito pubblico si inizia a parlare meno di blockchain; inoltre Muscat ha dovuto rassegnare le dimissioni a fine 2019, causando un rimpasto di governo.
Beverly Tonna, un altro membro del think tank, fa notare come, a dimostrazione di un cambio di approccio, proprio durante gli scorsi giorni la Malta Financial Services Authority ha pubblicato una serie di nuove norme per le aziende fintech:
“L’obiettivo è quello di rendere Malta attrattiva per le startup. Quando lavori con un approccio sandbox c’è più spazio per mettere a punto soluzioni specifiche. [...] Quindi sì, stiamo cercando di espandere la nostra economia digitale oltre le crypto e la blockchain: ora cercheremo di attrarre operatori fintech.”
Nondimeno, Tonna fa notare come Malta “non sta rinnegando quanto fatto finora” ed è “ancora molto attiva nel settore dei Virtual Financial Asset”.
L’incertezza normativa ha causato la fuga di diversi player del settore crypto
La principale norma sulle criptovalute, il Virtual Financial Assets Act, è stata emanata nell’estate 2018, ma la MFSA non ha ancora rilasciato alcuna licenza per operatori crypto.
La lentezza dei regolatori ha innescato la fuga di molteplici imprese del settore, tra cui sembrerebbe vi sia anche Binance, che finora aveva sviluppato rapporti molto stretti con il governo locale, addirittura organizzando un evento privato nella residenza ufficiale del Presidente di Malta.
A febbraio l’exchange era stato pubblicamente criticato dall’autorità finanziaria, che aveva dichiarato come la piattaforma non fosse “autorizzata dalla MFSA ad operare nell’ambito delle criptovalute”. Il CEO Changpeng Zhao aveva risposto che Binance “non opera né ha una sede a Malta.”
All’epoca, il viceministro maltese per i servizi finanziari e l’economia digitale, Bartolo Clayton, aveva dichiarato a Cointelegraph che quanto espresso dalla MFSA “non implica che il governo abbia deciso di adottare un approccio più stringente verso il settore crypto. La MFSA stava semplicemente esprimendo un dato di fatto. Al contrario, il governo maltese si impegna a rafforzare la blockchain insieme ad altri settori di nicchia.”