Durante un'intervista, il presidente della Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti Jay Clayton ha ribadito il suo punto di vista sui mercati delle criptovalute. La sua discussione con il giornalista del New York Times Andrew Ross Sorkin si è svolta al The Times Center di New York il 29 novembre.

A metà dell'intervista, Clayton ha dichiarato a Sorkin che l'agenzia stava lavorando duramente per educare gli investitori sui rischi a cui si è esposti quando si partecipa ad un mercato emergente e imprevedibile, per il quale non esiste ancora una regolamentazione ben precisa:

"Abbiamo cercato di far comprendere al pubblico che, sebbene quel trading assomigli al trading che si vede sul Nasdaq o sulla Borsa di New York, questi mercati non hanno lo stesso tipo di garanzie. Abbiamo lavorato per [...] settanta anni per cercare di impedire la manipolazione in quei mercati [tradizionali], per evitare che i pesci più grossi si approfittino dei piccoli investitori."

Il presidente ha anche riconosciuto i limiti che l'organo di regolamentazione deve affrontare nel contesto delle vendite di token offshore, sottolineando che l'agenzia ha sempre "cercato di mettere bene in chiaro" che se gli investitori acquistano asset digitali all'estero e qualcosa va storto, "la SEC non può farci quasi nulla".

L'intervista ha spaziato oltre l'azione del mercato, arrivando a trattare dell'innovazione alla base della maggior parte degli asset digitali: la tecnologia blockchain. In risposta al punto di vista di Sorkin, secondo cui la caratteristica principale di un ecosistema basato su blockchain consiste nel fatto che non ha "alcun vero arbitro", né giudice o giuria, Clayton ha sottinteso che questo principio mal si sposa con la regolamentazione esistente.

Commentando l'intervista nel programma "Squawk Box" della CNBC, Sorkin ha riflettuto sul fatto che, mentre in precedenza si aspettava che il prossimo "punto di svolta" delle criptovalute fosse l'arrivo di una forma di "regolamentazione positiva" da parte degli organi governativi, ora sembra invece improbabile che la SEC cambi idea per "lavorare con" il settore emergente.

In un'altra intervista di questa settimana, Clayton ha sottolineato la linea dura della SEC sui token digitali ritenuti offerte di security "non conformi", cioè non registrate presso l'agenzia.

In passato, Clayton ha affermato che, nonostante le criptovalute che hanno l'obiettivo di fungere da "valuta sostitutiva alle valute sovrane", come il Bitcoin (BTC), non siano delle security, la maggior parte dei token venduti attraverso le Initial Coin Offering (ICO) lo sono. Ha anche sottolineato che l'agenzia non è disposta a "stravolgere la definizione tradizionale di security" per dar spazio al nuovo settore.